La proposta di legge di Alp, incardinata in commissione giustizia alla Camera

di Marina Crisafi - Muove i primi passi in Parlamento la proposta di legge che mira ad introdurre un fondo per le vittime di femminicidio e per gli orfani delle stesse. Presentata da Alternativa Libera Possibile (gruppo misto che fa capo a Pippo Civati) la pdl (qui sotto allegata) è stata incardinata in questi giorni in commissione giustizia alla Camera.

I due fondi, uno "per l'indennizzo delle vittime di reati di violenza di genere" e l'altro per gli orfani delle stesse vittime dovrebbero avere una dotazione di 50 milioni di euro ciascuno.

Risorse che possono trovarsi in presenza della "volontà politica di riconoscere la violenza di genere e il femminicidio per quello che sono: un problema sociale ormai radicato e non più un'occasionale emergenza sociale' afferma la prima firmataria della pdl, la deputata di Alp, Beatrice Brignone.

Purtroppo di femminicidio si parla soltanto "il 25 novembre, l'8 marzo o quando la cronaca ci sbatte in faccia l'ennesimo caso di violenza o di omicidio, sempre più brutale, sempre più efferato rispetto a quello precedente. E mi pesa dirlo ma anche in Parlamento vedo tanto disinteresse e indifferenza' afferma la Brignone nella relazione al ddl, rincarando sul fatto che il fenomeno, in quanto "piaga" andrebbe curato con una politica di governo e una strategia adeguate.

Occorrerebbe anzitutto indagare sulle cause e predisporre una rete di prevenzione, prosegue la Brignone, che ha proposto l'istituzione di una commissione di inchiesta ad hoc, ma soprattutto, "investire nel lavoro femminile, nelle case di accoglienza, nell'aiuto economico alle donne o ai figli che denunciano i padri (o le madri) violente. L'irrisorietà dei finanziamenti per le politiche di genere e per i centri antiviolenza, dimostra l'irrilevanza attribuita alla vita delle donne da parte dello Stato'. Il lavoro invece è fondamentale perché servirebbe "non solo per emanciparsi economicamente - ma anche perché offrirebbe - alla donna vittima di violenza di prendere consapevolezza del proprio valore'.

Quanto alla piaga sociale rappresentata dai figli delle donne vittime di femminicidio (che, secondo i dati dal 2000 a oggi, sono stati 1.628 e solo nel 2015 si sono registrati 118 orfani in più rispetto al 2014), oltre "al dolore per la perdita della madre" aggiunge la Brignone, bambini e bambine "devono fare i conti con la difficoltà di trovare una nuova famiglia in caso di assenza di parenti prossimi e devono affrontare un lungo e difficile percorso per essere accolti presso case famiglie e per essere adottati. Nell'elaborare la legge l'abbiamo costruita pensando alla generalità dei figli e delle figlie rimasti orfani a causa di un omicidio commesso da un uomo o da una donna".

E il problema non riguarda solo i minorenni ma anche i ragazzi maggiorenni, di 18, 19, 20 anni, ancora non autosufficienti.

Nella proposta si chiede allo Stato di prenderli "in carico, al pari di quanto viene fatto per gli orfani delle vittime di mafia".

La proposta di legge sul fondo per il femminicidio

Foto: 123rf.com
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