Di Laura Tirloni - L'incontro tra Diritto e Psicologia ha favorito lo sviluppo di una nuova disciplina: la Psicologia Giuridica, in grado di applicare la psicologia all'ambito legale e forense, laddove entrambi i settori si occupano, seppur a livelli diversi, dell'essere umano e del suo comportamento. 

La Giurisprudenza indica ciò che è lecito e ciò che non lo è, applicando Le norme di legge ai casi concreti, al fine di individuare responsabilità (civili e penali) delle persone; la Psicologia, dall'altro lato, studia prevalentemente le ragioni e le motivazione sottese al comportamento umano, in relazione a differenti variabili.

Attualmente, l'ambito della Psicologia sta godendo di un periodo di particolare attenzione da parte del mondo forense, derivante da una maggiore sensibilità di quest'ultimo rispetto alle problematiche psicologiche presenti in alcuni casi specifici, che richiedono un supporto tecnico mirato. Ma ciò è anche merito della Psicologia, che è stata in grado di fornire risposte utili e pragmatiche agli interrogativi posti dal mondo del diritto.

Anche le spinte da parte dello Stato ad una maggiore attenzione del Diritto verso le problematiche dell'Età Evolutiva, verso la salvaguardia del contesto familiare e più in generale, verso la dignità della persona, hanno condotto, talvolta, a modifiche normative. 

Nell'ambito del diritto di famiglia, e più specificatamente, nei casi di affidamento dei minori e di adozione ad esempio, si è imposta la necessità di indagare la capacità genitoriale e la qualità della relazione genitore-figlio - situazioni in cui alla Psicologia viene richiesta una capacità valutativa e predittiva a lungo termine.

Nel tempo si è pertanto delineata la nuova figura dello psicologo giuridico, ossia un professionista psicologo specializzato, in grado di conoscere le leggi e le dinamiche dei procedimenti giudiziari e quindi di contestualizzare i propri interventi diagnostici a tale ambito, oltre che di avere ben presente la specificità del lavoro sociale, educativo e clinico in campo forense. 

Sempre più spesso i giudici, attraverso lo strumento della nomina di un consulente tecnico d'ufficio, si avvalgono dell'ausilio di psicologi a cui assegnare il compito di redigere una consulenza tecnica. E ciò accade non soltanto quando si tratta di accertare l'esistenza di un danno psichico nell'ambito dei giudizi aventi ad oggetto richieste risarcitorie, nei casi di mobbing, di stalking e così via, ma anche in tutti quei casi in cui sia necessario acquisire elementi inerenti al comportamento o alla personalità di uno o più soggetti.

Lo psicologo giuridico può essere nominato sia in ambito civile, sia in ambito penale, sia nell'ambito di procedimenti di volontaria giurisdizione, nel processo minorile.

Il ruolo dello psicologo giuridico diventa inoltre fondamentale in situazioni in cui ad esempio è necessario accertare il livello di maturità di un minore; valutare la capacità di intendere e di volere; dare indicazioni sull'idoneità psichica a rendere testimonianza; intervenire nei procedimenti relativi all'affido o all'adozione di minori; coadiuvare le parti coinvolte in una separazione conflittuale.

Sempre più spesso lo psicologo interviene oggi per cooperare con l'avvocato, non solo in veste di  consulente di parte, ma anche quando, nel trattare il caso, occorra una conoscenza interdisciplinare per poter definire una corretta strategia difensiva.


Laura TirloniLaura Tirloni - Pagina del profilo
Contatti: tirloni.laura@hsr.it

Altri articoli che potrebbero interessarti:
In evidenza oggi: