MENO TRE GIORNI AL VOTO - Ho letto, all'interno della rubrica dei commenti alle news, il quesito sul miglior perdente del visitatore Franco Simone in relazione alla seconda parte del nostro viaggio pre-elettorale (vedi il link qui sotto per leggere tutte le puntate) cui risponderò in giornata su queste pagine virtuali.
Rush finale prima del voto, ...andando avanti guardando indietro, come suonava il titolo di un recente libro dedicato al rugby: Vi manca il Ministro della Giustizia Clemente Mastella? Quale elettore di sinistra avrebbe mai profetizzato l'avvento del politico di Ceppaloni a tale delicatissimo compito nell'era berlusconiana? La maggioranza di Romano Prodi fu risicatissima (durò un paio d'anni tribolati) per via di una decisione incomprensibile dei vertici del Partito di maggioranza relativa, che preferì una mezza sconfitta ad una piena vittoria ma con candidati non perfettamente allineati. Ci furono brogli nella notte dell'aprile 2006 e quale ruolo giocò il Viminale nella vittoria zoppa del centro-sinistra? Le schede bianche crollarono (fenomeno in controtendenza rispetto all'andamento delle consultazioni antecedenti) ma come mai tutti stettero zitti? Esiste un consociativismo elettorale? L'Unione di centro-sinistra rischiò la sconfitta dopo avere condotto tutta la campagna elettorale in largo vantaggio, che secondo i sondaggi demoscopici oscillava intorno ai quattro/cinque punti.
Oltretutto, per conseguire la vittoria sarebbe bastato il ricorso alle liste civiche in tutte le regioni accreditate fra il 4 ed il 12%, ma furono rifiutate non si sa perché, mentre si fece un accordo con le liste dei Pensionati e dei Consumatori che non portarono quasi nessun voto al centro-sinistra.
Anche in occasione della più recente sfida tra Emma Bonino e la Polverini la coalizione di centro-sinistra diede la chiara impressione di non voler vincere, tant'è che Emma, da donna intelligente, non richiese neppure di ricontare i voti, avendo capito che neppure chi l'aveva candidata la voleva Governatrice del Lazio.
Chi spianò la strada all'avvento di Silvio Berlusconi ed alle macerie (una Nazione sul lastrico) che ha poi lasciato dietro di sé? Il Partito Socialista di Bettino Craxi: era stato, prima di morire latitante o esule in Tunisia, uno dei leader più importanti della sinistra europea arrivando ad un inedito scontro militare con gli Stati Uniti per il rifiuto di consegnare a Ronald Reagan i sequestratori della nave Achille Lauro. Gran parte del gruppo socialista craxiano passò armi e bagagli con il Cavaliere di Arcore.
Mentre Craxi rimane intrappolato nelle spire delle tangenti di una Milano da bere, Enrico Berlinguer nella profetica intervista uscita su Repubblica in data 28 luglio 1981 parla nel deserto di questione morale e spesso di austerità per una condivisione equilibrata dei sacrifici. Berlinguer morirà nel 1984 in un'Italia gaudente e volgare, amatissimo ma perdente al cospetto dell'edonismo reaganiano. Quasi che dovesse ineluttabilmente uscire vittorioso, quanto meno nell'immediato, il contendente più spregiudicato.
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