Caro Zibaldone, avevo iniziato a seguire l'Europeo 2012 con tiepido e flemmatico tifo, con quella sottile nostalgia del football d'antan di noi innamorati persi, delusi del pallone sgonfiato e screditato d'oggi. Per chi è innamorato perso, il calcio è una cosa molto seria. Non mi può star bene una squadra nazionale con dentro una spruzzata di potenziali o effettivi indagati (fuori rosa Criscito, che rimane a casa: chissà mai qual è la regola?!). I valori dello sport sono sacri e quella maglia azzurra merita rispetto perché la indossarono eroi senza tempo: Meazza e Piola, Giggirriva e Bonimba, Facchetti e Scirea, Rivera e Mazzola, Zoff e Tardelli, Baggio e Del Piero. M'ero, poi, sbellicato dalle risate quando avevo letto su "Il Messaggero" del 19 giugno 2012, pag. 35 dell'edizione nazionale: Fulvio COLLOVATI (tra l'altro, uno che mi piaceva molto da stopper di Milan-Inter-Genoa, fu mundialista '82, e stimo come buon conoscitore di football) "conclude il commento di Russia-Grecia lodando gli ellenici che hanno condotto 'una partita encomiabile, giocata con il cuore, vittoria meritata". Molti elogi e poi, FUORI ONDA ma con il microfono ancora aperto, dice che 'la Grecia è una squadra di m...": della serie non mi ricordo più come la pensavo. Ma l'altrieri è accaduto l'incredibile.
Mi ero attardato a lavorare ad una bozza d'un libro che debbo consegnare a fine mese ad un editore giuridico e non ho visto il primo tempo di Italia-Inghilterra, conclusa alla grande con il cucchiaio di Pirlo ed il calcio di rigore finale del mio pallino Alessandro DIAMANTI (ma perché gioca così poco?); senonché, dopo qualche minuto dall'inizio, sento un urlo collettivo strozzato in gola: "Noooooo, palo" ed ho subito ripensato al famoso film del Rag. Ugo FANTOZZI. Ero tentato dallo scendere in strada correndo come Paolo VILLAGGIO a chiedere alla prima veranda aperta: "Scusi, chi ha fatto palo???" (Era De Rossi per la cronaca). Quello che non comprendo è come si può continuare a deturpare le partite con quei commenti insulsi, fastidiosissimi, gracchianti, che nulla hanno di informativo, ma servono solo a rompere le scatole al telespettatore in solenne ansia: sono delle zanzare che vorresti schiacciare, ma la Samsung non può inventare un tv che escluda le voci dei telecronisti senza rinunciare ai magici ed affascinanti cori e boati di sottofondo del pubblico? Si è perduta completamente la scuola dei radiocronisti e telecronisti che faceva capo ai fantastici ed immaginifici Sandro CIOTTI ed Enrico AMERI; creatori di immagini con le loro voci amiche; Roberto BORTOLUZZI e Paolo VALENTI, che in cabina di regia si spazientivano se uno del gruppo dei cronisti, un Ezio LUZZI a caso, teneva un secondo di troppo la linea, sottraendo ritmo alla trasmissione, cosa avrebbero chiosato? Qualche settimana fa ho riascoltato l'essenziale Nando MARTELLINI: che classe, inimitabile; le frasi che occorrono, nulla di più. E Bruno PIZZUL, che signore: un furlano che aveva giocato a buoni livelli. Ho un magone terribile quando penso al mio adorato Beppe VIOLA, che, a tacer delle molte sue cose talentuose, creò il titolo "Quelli che". Chi ama il calcio è esigente. Molto: sì ad Adriano BACCONI, no a quasi tutti gli altri che ci rovesciano addosso un fiume di parole senza senso e a raffica; e peste colga tutti coloro che, commentando, dicono che la palla è stata "spizzata" e che, con una punta di cinema hard alla Moana, "non dobbiamo assorbire le loro penetrazioni centrali". E' evidente che, se mi dici una frase senza nessun senso del genere, è come se mi riferisse che di notte non c'è il sole. Taci, per carità! Li condannerei ad ascoltare le loro telecronache per due anni di seguito, senza intervallo tra il primo ed il secondo.
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