Caro Zibaldone, sto facendo un esame di coscienza: l'unico oggetto per cui provo reale interesse, I-Pad a parte con cui sto scrivendo, è il libro. Il libro quale strumento di trasmissione dei saperi ed anche quale cosa da sfogliare e da annusare. Pertanto, nella mia scala di valori orologi, penne, abiti, scarpe, quadri, tv ultimo grido in concomitanza con il passaggio al digitale terrestre, stereo vengono in secondo piano: mi piacciono e me ne servo, ma non provo angoscia al pensiero che qualcuno mi possa sottrarre un orologio Ingersoll oppure una penna Watermann. Né temo che possa dimenticarli nel treno regionale veloce (le Ferrovie dello Stato, sostiene argutamente il caro scrittore Fabio STASSI, hanno un'enorme dose di fantasia) che a tarda sera del 21 nov '11, mi sta portando a Roma per l'udienza di domani in Cassazione. Come capita a molti uomini ho un rapporto particolare con le automobili, nel senso che ne sono geloso, ma mi riesce facile superare l'arrabbiatura per il consueto 'regalino' del maleducato di turno, tant'è che la portiera destra della mia Renault Scenic pare un campo di battaglia: curiosamente si sono tutti accaniti da quel lato. Pur occupandomi da decenni di incidentalità, non riesco a spiegare l'ubicazione e le modalità di alcune ammaccature: come cavolo sono riusciti a colpire proprio in quel punto?! Poco male. Quel che, invece, non tollero è perdere un libro o vederlo rovinato: soltanto i miei animali d'affezione possono rosicare un volume senza provocarmi urto di nervi. Divorano cultura. Anni fa mi capitò un evento toccante: morì un prestigioso Magistrato ed io, per volontà dei familiari, avrei potuto impadronirmi di qualsiasi volume, anche dei più preziosi. Con un'emozione che non saprei descrivere entrai frastornato in quell'appartamento molto più sobrio e modesto al paragone con la statura professionale e la fama di quel Giudice - Maestro. Era la prima volta che solcavo quell'ingresso e con grande imbarazzo cominciai a gettare lo sguardo sugli scaffali. Alcuni libri erano di pittura, molti di calcio, di storia, di letteratura, di musica. Provai a ricostruire un lato del carattere di quell'Uomo che mi era ignoto. Quante chiacchierate negli intertempi dell'attività forense o in occasione di convegni avremmo potuto fare di tanti argomenti se soltanto avessi conosciuto i gusti reconditi di quella Persona straordinaria che io stimavo immensamente. Alla fine ruppi gli indugi: mentre moglie e figlio mi orientavano su codici nuovissimi ancora incellofanati il mio sguardo cadde su una bozza di un discorso di apertura dell'anno giudiziario, l'ultimo di attività prima della tragica scomparsa. La grafia piccola ma precisa aveva apportato delle correzioni alla originaria stesura. Tenni quel ricordo unendolo ad un biglietto che qualche tempo prima avevo ricevuto. I libri sono una bussola per orientarsi, non ti tradiscono mai anche se li acquisti e poi non li leggi e li releghi da qualche parte, ma li riscopri a distanza di anni, quando i gusti sono cambiati. Leonardo SCIASCIA ne collezionò diecimila, Ernest HEMINGWAY novemila soltanto a Cuba, all'interno della Finca Vigìa. Margherite YOURCENAR ha ragione da vendere quando sostiene che conoscere la libreria di qualcuno è come scovare un modo perfetto per capire chi sia. Io ho il vezzo di scrivere nella penultima di copertina luogo e data dell'acquisto. Talora aggiungo un pensiero di una riga con lo stato d'animo del momento. Quando comprammo i mobili di casa per sposarci il mobiliere aveva comprato una partita di volumi frutto dello smembramento (atroce ai miei occhi) di una biblioteca russa: me ne donò qualcuno che custodisco all'entrata. Una caratteristica dei libri è che sono un esercito colonizzatore sempre vincitore: se penso al mio amato Norberto BOBBIO, subito la mente va all'appartamento stracolmo di Via Sacchi a Torino. Il treno è quasi arrivato alla Stazione di Termini: corro alla libreria BORRIBOOKS! Ma gli acquisti più cari sono per me ad Assisi avanti al Tempio di Minerva presso la favolosa cartotecnica ZUBBOLI, ove se ho fortuna incontrerò Maurizio e Vanna oppure Marco.
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Civilista e penalista, dedito in particolare
alla materia della responsabilità civile
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