Tra le misure più attese del decreto, che ha ottenuto oggi il sì definitivo del Senato, la proroga del vecchio regime dei minimi e il blocco delle aliquote Inps

di Marina Crisafi - È ormai una certezza il doppio "aiuto" per gli autonomi e i professionisti da parte del decreto Milleproroghe che, dopo l'ok di ieri delle Commissioni Affari Costituzionali e Bilancio ha ottenuto oggi il via libera del Senato, con l'apposizione della 35° fiducia del Governo Renzi dati i tempi ristretti per la conversione del testo in legge.

Tra le misure più attese, nell'ambito delle diverse novità inserite dalla Camera nell'impianto originario del decreto, lasciato immutato da Palazzo Madama, oltre al mini blocco degli sfratti e alla rateazione bis delle cartelle Equitalia, ci sono il ripristino del vecchio regime dei minimi Iva e il blocco delle aliquote previdenziali.

Le due misure rappresentano solo un rinvio, un "intervento riparatore" per usare le parole dello stesso premier, che durerà il tempo di un anno, ma che fa tirare un sospiro di sollievo almeno per tutto il 2015, al popolo dei freelance e degli autonomi, dopo l'assalto provocato dalle nuove norme introdotte dalla legge di Stabilità, nell'attesa dei nuovi interventi incisivi sul settore, invocati dalla categoria, e della vera e propria riorganizzazione del regime dei minimi, che troverà il suo assetto (secondo quanto annunciato dall'esecutivo) all'interno della delega fiscale.

Ecco, nel dettaglio, le due misure del decreto Milleproroghe per gli autonomi:

Regime dei minimi

Per tutto il 2015, il nuovo regime dei minimi introdotto dalla Finanziaria, con la previsione di un'aliquota forfettaria unica al 15% per i redditi da 15mila a 40mila euro, coesisterà con il vecchio regime agevolato al 5%.

Il testo definitivo del Milleproroghe, infatti, in deroga a quanto previsto dalla legge di Stabilità, riabilita il trattamento fiscale di vantaggio, nato per favorire l'imprenditoria giovanile, che prevede un'aliquota Irpef sostitutiva del 5% previo possesso di determinate condizioni (under 35, primi cinque anni di attività, fatturato inferiore a 30 mila euro, ecc.).

Per quest'anno, in sostanza, grazie al recupero delle necessarie coperture finanziarie (poco più di 9 milioni e mezzo di euro che verranno dalla riduzione del Fondo per gli interventi strutturali di politica economica), il popolo dei freelance e degli autonomi potrà optare per il vecchio o il nuovo regime, nell'attesa dell'intervento, più incisivo, del Governo.

Contributi Inps

Il decreto "salva" la quota dei contributi Inps per tutto il 2015, fissandola alla stessa soglia del 2014, ossia al 27,72%. Secondo le norme introdotte dal precedente Governo, infatti, le aliquote contributive per i titolari di partita Iva iscritti alla Gestione separata Inps sono destinate a crescere dal 27% al 33% entro il 2018 e già da quest'anno dovevano gradualmente salire il gradino superiore arrivando al 29%.

Il Milleproroghe conferma invece uno stallo al 27,72% per tutto il 2015, ma dal 2016 i contributi previdenziali riprenderanno a salire per arrivare al 28% e progressivamente al 29% nel 2017.

Le coperture finanziarie necessarie per la nuova "scaletta" degli aumenti sono di 120 milioni di euro per ogni anno, e verranno reperite diminuendo la spesa del Fondo per interventi strutturali di politica economica e (per la parte residua) dagli impegni dei Fondi di riserva e speciali (con l'utilizzo parziale degli accantonamenti del Tesoro).

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