Il vigile che ha elevato una contravvenzione non è tenuto a ricordare tutti i particolari dell'auto indicata nel verbale di infrazione. Lo fa notare la Corte di Cassazione che ha convalidato una multa per sosta vietata recapiata a un automobilista per un presunto divieto di sosta. Il vigile aveva scritto che l'auto era parcheggiata a ridosso delle strisce pedonali ma l'automobilista sosteneva che si era trattato di un errore e che l'auto non era la sua. In effetti il vigile sentito nel corso del processo aveva sbagliato ad indicare il colore dell'auto. I giudici di piazza Cavour spiegano però che è normale che il vigile possa avere delle "incertezze" nella descrizione del veicolo. Questo però non può bastare a mettere in dubbio la sua versione dei fatti anche perché dette incertezze sono giustificate dall'alto numero di infrazioni che può elevare ogni giorno. E così gli Ermellini con la sentenza
numero n.1069/2012 hanno convalidato la multa all'automobilista spiegando che "salvo querela di falso per far valere l'erroneita' delle attestazioni del pubblico ufficiale" vale sempre la parola del vigile "sia pure con le comprensibili incertezze nei particolari giustificate dall'inevitabile alto numero di infrazioni che nel tempo rendono pressoche' impossibile ricordare tutti i particolari".

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