Il Tribunale di Sanremo (sentenza n. 332/01) ha assolto tre giovani imputati dall'accusa di aver allestito una piccola piantagione domestica
Coltivare piante di canapa indiana per uso personale potrebbe non costituire reato, ma ancora non tutti sembrano essere d'accordo nell'interpretazione della normativa vigente.

In senso chiaramente favorevole è intervenuta una sentenza del Tribunale di Sanremo (n. 332/01) che ha assolto tre giovani imputati dall'accusa di aver allestito una piccola piantagione domestica.

La decisione è stata presa anche alla luce di una sentenza interpretativa della Corte Costituzionale (n.360 del 24.7.1995) chiaramente ispirata alla volontà di non criminalizzare il consumo.

Il Tribunale di Sanremo ha sottolineato l'irrilevanza penale di quei comportamenti che sono immediatamente antecedenti al consumo stesso ed ha affermato che, pur essendo la coltivazione un fatto incriminabile a prescindere dalla destinazione ad uso personale, è sempre necessario identificare la nozione normativa di coltivazione.

Nel caso esaminato dal Tribunale di Sanremo si è evidenziato che la condotta modesta e rudimentale di coltivazione domestica di qualche piantina, idonea a produrre quantitativi scarsamente apprezzabili di sostanza stupefacente si colloca al di fuori della nozione normativa di coltivazione, anche se, naturalisticamente, costituisce pur sempre coltivazione.

Si tratta naturalmente di una decisione che, al momento, non trova riscontro unanime in sede giurisprudenziale ma è pur sempre un segnale di un progressivo abbandono di atteggiamenti proibizionisti.

Sarebbe dunque auspicabile un intervento legislativo che faccia definitivamente chiarezza in merito.


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