Il numero dei descolarizzati è ben dieci volte quello dei cosiddetti "cervelli in fuga". Calabria fanalino di coda

di Gabriella Lax - Abbandono scolastico, le cifre shock. Basti pensare che il numero dei descolarizzati è ben dieci volte quello dei cosiddetti "cervelli in fuga". A diffondere questi numeri è l'Ufficio studi della CGIA.

Nel 2018 sono stati 62mila cervelli in fuga

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Sono dei dati sbalorditivi quelli che emergono dal report: nel 2018 sono stati 62 mila circa i cosiddetti "cervelli in fuga" che hanno abbandonato il nostro Paese per andare all'estero. E cosa succede a chi resta? Ci sono 598 mila giovani in età compresa tra i 18 e i 24 anni hanno abbandonato precocemente l'attività scolastica, rischiando di finire ai margini della nostra società. Secondo Paolo Zabeo, cooordinatore CGIA «Premesso che perdere oltre 60 mila giovani diplomati e laureati ogni anno costituisce un grave impoverimento culturale per il nostro Paese, è ancor più allarmante che quasi 600 mila ragazzi decidano di lasciare gli studi anticipatamente».

Descolarizzazione, problematica sottovalutata

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Nella disamina Zabeo chiarisce che la descolarizzazione è una problematica sottovalutata colpevolmente «visto che nei prossimi anni, anche a seguito della denatalità in atto, le imprese rischiano di non poter contare su nuove maestranze sufficientemente preparate professionalmente. Un problema che già oggi comincia a farsi sentire in molte aree produttive, soprattutto del Nord».

Un fenomeno in diminuzione quello della descolarizzazione, ma è ancora troppo elevato il numero di giovani che continua a lasciare prematuramente la scuola, anche dell'obbligo, contribuendo ad un esponenziale aumento della disoccupazione giovanile e, di conseguenza, al rischio povertà ed esclusione sociale. Chi non ha un minimo di istruzione, in maniera fisiologica, è quasi certamente destinato per tutta la vita ad un lavoro dequalificato, spesso precario e con un livello retributivo molto basso, rispetto a quello cui potrebbe aspirare, almeno potenzialmente, se possedesse un titolo di studio medio-alto.

Le cause dell'abbandono scolastico

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Si tratta di motivi principalmente culturali, sociali ed economiche che spingono i ragazzi che provengono da ambienti socialmente svantaggiati e da famiglie con uno scarso livello di istruzione ad abbandonare la scuola. Tra maschi e femmine il fattore di genere influisce: sono molti di più i maschi. Triste primato per il nostro Paese che, nel 2018, è al terzo posto tra i 19 paesi dell'Area dell'euro per abbandono scolastico

tra i giovani in età compresa tra 18 e 24 anni. La percentuale italiana è stata del 14,5 per cento (pari a circa 598 mila giovani), Malta (17,4 per cento) e Spagna (17,9 per cento) hanno fatto di peggio. La media Ue si attesta all'11 per cento. Tra il 2008 e il 2018 la contrazione del fenomeno in Italia è scesa del 5,1 per cento, pressoché in linea con la media Ue (-5,3 per cento).

Abbandono scolastico, Nord e Sud del Paese

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Sono le regioni del Sud Italia a detenere il record in quanto ad abbandono scolastico. Sempre nel 2018 in Sardegna il 23 per cento dei giovani ha lasciato la scuola prima del conseguimento del titolo di studio (diploma professionale, diploma di maturità, etc); a seguire la Sicilia con il 22,1 per cento. Preoccupante la situazione della Calabria con il 20,3 per cento: in controtendenza rispetto al dato relativo al 2008: l'abbandono scolastico in questi ultimi 10 anni è aumentato dell'1,8 per cento. Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia (entrambe con il 8,9 per cento), Abruzzo (8,8 per cento) e Umbria (8,4 per cento) sono le regioni più virtuose. In generale è il Nordest l'area che soffre meno di questo fenomeno sia per incidenza percentuale di abbandono scolastico (10,6 per cento) che per il più basso numero di 'uscite' premature.


Foto: 123rf.com
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