Con la conversione in legge del decreto Crescita si ampliano i casi in cui può essere chiesto l'Isee corrente e viene introdotta la doppia opzione di calcolo per Isee ordinario ai fini del reddito di cittadinanza

di Gabriella Lax - Con l'approvazione del testo di conversione del decreto Crescita, pubblicato in Gazzetta Ufficiale, sarà più semplice d'ora in poi l'accesso al reddito di cittadinanza.

Reddito di cittadinanza, il parco dei beneficiari si allarga

Le novità sono due, come chiarisce la nota del ministero del Lavoro: si ampliano i casi in cui potrà essere richiesto l'Isee corrente ed è introdotta la doppia opzione di calcolo per l'Isee ordinario, utilizzabile se più conveniente.

Queste modifiche hanno l'obiettivo di rendere meno rigidi i requisiti per ottenere l'indicatore provvisorio e venire incontro alle esigenze di quei cittadini cui è mutata, in peggio, la situazione economica. Si amplia dunque la platea dei beneficiari del reddito di cittadinanza. Inizialmente, con riferimento al Dpcm 159/2013, l'Isee corrente poteva essere chiesto se la situazione reddituale del nucleo familiare subiva un'oscillazione negativa superiore al 25%; e in caso la variazione della situazione lavorativa di almeno uno dei componenti il nucleo familiare, avvenuta nei 18 mesi precedenti la richiesta. Questi due requisiti ora diventano alternativi con maggior opportunità di poter usufruire del beneficio. In sintesi: possono richiedere l'indicatore provvisorio quelle famiglie in cui uno dei componenti perde il lavoro - o un trattamento assistenziale, previdenziale o indennitario esente da Irpef - oppure se la situazione reddituale del nucleo familiare non dovesse cambiare del 25%, un'eventualità che può ricorrere in numerosi casi.

Reddito di cittadinanza, modificata doppia opzione di calcolo

Per ciò che concerne la doppia opzione di calcolo, la legge di conversione del decreto Crescita ha cambiato il comma 4 dell'articolo 10 del decreto legislativo 147/2017 per cui, per il calcolo dell'ISEE ordinario, devono essere considerati i patrimoni e i redditi del secondo anno precedente.

Dall'entrata in vigore della norma, la richiesta potrà riferirsi a quelli del primo anno precedente se più convenienti per i cittadini. Vengono meno così i problemi per i richiedenti il Reddito di cittadinanza che avevano lavorato nel 2017 cui, di fatto, era precluso l'accesso al beneficio. Se per la richiesta del reddito si doveva far riferimento all'Isee dell'anno precedente, chi aveva appena perso il lavoro non rientrava nei requisiti di reddito necessari. Ora, la valutazione delle domande sulla base del reddito corrente consentirà ai disoccupati in situazioni particolari, dunque anche se percettori di sussidio o disoccupati da oltre 18 mesi, di ottenere l'Rdc.


Foto: blog delle stelle
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