Il gruppo di lavoro sulla sinteticità degli atti processuali, istituito dal Ministro della giustizia, propone una riforma in tal senso dei codici di rito

di Valeria Zeppilli - Tra i modi per poter migliorare la qualità della giustizia, la sinteticità degli atti giudiziari, unitamente alla loro chiarezza, ha assunto un ruolo chiave, tanto che l'idea di renderli dei principi generali da inserire nei codici di procedura civile e penale sta iniziando a divenire realtà.

Basti pensare che nei primi mesi del 2016 il ministro Orlando ha istituito un apposito "gruppo di lavoro sulla sinteticità degli atti processuali" che già alla fine dello scorso anno ha presentato diverse proposte normative, regolamentari e organizzative utili a fare della sintesi una delle chiavi di volta della nuova giustizia nella convinzione che "atti processuali sovrabbondanti contribuiscono ... a determinare un allungamento dei tempi tecnici del processo, in violazione del principio del giusto processo, sancito dall'articolo 111 della Costituzione".

Codice di procedura civile

Ad esempio, all'interno del codice di procedura civile si propone l'introduzione di un nuovo articolo, rubricato "principio di chiarezza e di sinteticità degli atti", in forza del quale "il giudice e le parti redigono gli atti processuali in maniera chiara e sintetica".

Ma non solo: l'effettività di tali principi nel processo civile è garantita anche attraverso altre nuove norme, che innovano alcune disposizioni già esistenti.

Come l'articolo 385, che regola i provvedimenti sulle spese in Cassazione, nel quale si propone di introdurre la previsione in forza della quale "nel provvedere sulle spese la corte può ridurne o aumentarne l'importo fino ad un massimo del 20% se le parti non si sono attenute, nella redazione degli atti difensivi, a criteri di chiarezza e sinteticità". O come l'articolo 140 delle disposizioni per l'attuazione del codice di procedura civile

, nel quale si propone l'introduzione di un comma di apertura che prevede che "le parti redigono gli atti in maniera chiara e sintetica, anche in conformità con le previsioni dei protocolli processuali stipulati dal Primo Presidente della Corte di cassazione, dal Procuratore generale della Corte di cassazione e dal Presidente del Consiglio nazionale forense", pur se seguito da un ulteriore comma in virtù del quale "il solo mancato rispetto delle previsioni dei protocolli non è motivo di inammissibilità dell'atto o di altra conseguenza a carico delle parti".

Codice di procedura penale

Il gruppo di lavoro sulla sinteticità degli atti processuali ha proposto anche delle modifiche al codice di procedura penale

, partendo dall'introduzione, all'articolo 109-bis di un principio di sinteticità degli atti, in forza del quale "il giudice e le parti redigono gli atti in maniera chiara e sintetica, inserendo in essi soltanto le informazioni e gli argomenti necessari al loro scopo".

Le impugnazioni, poi, in forza della proposta di modifica dell'articolo 581 devono essere chiare e sintetiche. Un nuovo articolo 167-bis delle disposizioni per l'attuazione del codice di procedura penale invece, occupandosi della motivazione della sentenza emessa all'esito del giudizio di impugnazione, sancisce che "nella sentenza i motivi dell'impugnazione sono enunciati nei limiti strettamente necessari per la motivazione".

Leggi anche: "Avvocati: atti processuali chiari e sintetici, arriva il decreto"


Valeria Zeppilli

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