La decisione del prof di bocciare un alunno non può legittimare lo sfogo dei genitori. Lo afferma la Corte di Cassazione (quinta sezione penale, sentenza n.21264/2010) che ha convalidato una condanna per ingiuria inflitta ad una mamma rea di aver scritto una lettera all'insegnante di suo figlio accusandola di aver 'sapientemente' omesso di tenere conto dei progressi del ragazzo e aveva anche scritto "Lei non e' degna di avere un alunno come F.". Sentitasi offesa la prof presentava denuncia e il caso finiva nelle aule di giustizia. Condannata dai giudici di merito per ingiuria, la decisione è stata ora confermata dalla suprema Corte. La madre del ragazzo nella sua difesa aveva sostenuto che il suo era stato un semplice e naturale sfogo nei confronti dell'insegnante e che le espressioni adottate nella lettera non avevano alcuna valenza offensiva nei riguardi della docente.
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