Il X Rapporto sulle libere professioni mostra redditi fermi per avvocati e notai e un forte timore verso l'IA. Crescono i professionisti, ma cala il potere d'acquisto

La fotografia delle professioni legali

Il X Rapporto sulle libere professioni in Italia, elaborato dall'Osservatorio di Confprofessioni sulla base dei dati Istat e presentato a Roma, descrive un settore stabile per numero di iscritti ma caratterizzato da redditi che, pur crescendo nominalmente, perdono valore reale a causa dell'inflazione. Avvocati e notai risultano tra le categorie più esposte a questa erosione.

L'andamento degli occupati indipendenti

Il documento segnala che in Italia gli indipendenti superano i 5 milioni, con oltre 1,3 milioni di liberi professionisti. Questa componente cresce dell'8% nel periodo 2014-2024 (+97.000 unità), a differenza degli autonomi in generale, in calo del 16%, e di altre forme di lavoro indipendente, diminuite del 26%. In forte espansione, invece, gli imprenditori, cresciuti del 90% nello stesso decennio.

I settori in trasformazione

Le attività professionali, scientifiche e tecniche restano predominanti (48,3%), seguite dalla sanità e dall'assistenza sociale (17,6%). Tuttavia, entrambe registrano una contrazione nell'ultimo quinquennio. Crescono, invece, comparti legati ai nuovi trend economici: +54,4% per i professionisti delle costruzioni e +21,1% per chi opera nel settore artistico e culturale.

Il 2024 vede una netta prevalenza delle professioni intellettuali e altamente specializzate (56,7%). Le scienze umane, sociali e manageriali rappresentano il 30,5%, seguite da ingegneri e architetti (12,5%) e dalle professioni sanitarie (8%). Aumenta anche la presenza femminile: da 425.000 nel 2014 a 510.000 nel 2024 (+19,9%).

Redditi degli avvocati: crescita nominale, potere d'acquisto fermo

Il rapporto conferma che la crescita reddituale degli avvocati è solo apparente: il reddito medio dichiarato alla Cassa Forense passa da 40.180 euro (2020) a 46.950 (2024), un +16,8% nominale. Tuttavia, l'aumento dei prezzi azzera il risultato: in termini reali il valore rimane invariato (-0,3%), collocando gli avvocati tra le categorie più penalizzate insieme a medici, biologi, chimici e giornalisti.

La persistente differenza di genere

Nel settore legale la distanza tra uomini e donne rimane ampia: il divario reddituale supera i 31.000 euro, una delle differenze più elevate nel panorama delle professioni.

Notai: redditi alti ma eterogenei

Anche per i notai il rapporto evidenzia forti differenze interne e una maggiore sensibilità agli shock economici, soprattutto tra gli over 65. Il numero di iscritti resta stabile, attorno alle 5.000 unità.

Numeri e ricambio generazionale

Gli avvocati restano una delle comunità professionali più numerose: 245.359 iscritti agli Ordini e 233.260 alla Cassa nel 2024. In entrambe le categorie, tuttavia, il ricambio generazionale procede con lentezza.

L'intelligenza artificiale tra utilizzo e timori

Avvocati e notai impiegano l'IA principalmente come strumento di supporto:

  • 67,8% per ricerche normative e giurisprudenziali

  • 50,4% per redazione o revisione di documenti

Sono però anche i più preoccupati: il 43,4% teme l'impatto dell'intelligenza artificiale sul proprio lavoro, una percentuale più alta rispetto a tutte le altre professioni analizzate.


Foto: Foto di Gerd Altmann da Pixabay.com
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