Quali sono le conseguenze criminologiche
Dal punto di vista criminologico, la vittima di abbandono affettivo non sempre sviluppa strumenti di resilienza adeguati. L'evento può innescare un circolo vizioso di isolamento, distorsioni cognitive e dipendenza emotiva, che amplificano il senso di vuoto. La percezione di non avere alternative, unita a eventuali fragilità pregresse, diventa terreno fertile per il gesto suicidario.
Sul piano giuridico, l'ordinamento italiano non prevede la punibilità dell'atto di togliersi la vita, ma disciplina severamente l'istigazione o l'aiuto al suicidio (art. 580 c.p.). Qui si apre un punto di riflessione: quanto un abbandono improvviso e crudele, soprattutto se accompagnato da manipolazioni, umiliazioni o inganni, possa configurarsi come forma indiretta di pressione psicologica" La giurisprudenza, pur attenta al nesso causale, riconosce la difficoltà di accertare responsabilità penali in simili dinamiche relazionali, salvo casi di condotte persecutorie o violente.
In chiave criminologica e giuridica, il suicidio dopo abbandono emotivo emerge quindi come evento multifattoriale, difficilmente riducibile a un unico responsabile. Tuttavia, la riflessione evidenzia la necessità di prevenzione: rafforzare strumenti di supporto psicologico, promuovere l'educazione affettiva e riconoscere i segnali di disagio possono rappresentare un argine contro la deriva autodistruttiva.
Il diritto, pur nei suoi limiti, deve dialogare con la criminologia per cogliere la complessità delle relazioni umane e trasformare la tragedia individuale in consapevolezza sociale.
Dott. Alessandro Pagliuca
Avvocato abilitato all'esercizio della professione forense- Criminologo
alessandropagliuca12@gmail.com







