I numeri, la spesa, e la comprensione del fenomeno. Come si può intervenire?

Spesa pensionistica e assistenziale pubblica nel 2023: una panoramica

Il presente rapporto analizza la spesa pensionistica pubblica in Italia per l'anno 2023, fornendo dati precisi sull'ammontare totale e sulla sua incidenza rispetto al Prodotto Interno Lordo (PIL). Basandosi su fonti ufficiali primarie come l'Istituto Nazionale della Previdenza Sociale (INPS) e l'Istituto Nazionale di Statistica (ISTAT), emerge che la spesa pensionistica lorda italiana nel 2023 ha raggiunto i 347 miliardi di euro, corrispondenti al 16,3% del PIL nazionale.

Questi valori confermano il peso significativo della spesa previdenziale sul bilancio pubblico italiano. Tale spesa è influenzata da una complessa interazione di fattori, tra cui le tendenze demografiche sfavorevoli, caratteristiche specifiche del sistema pensionistico nazionale come tassi di sostituzione elevati, e fattori economici congiunturali quale l'elevata inflazione registrata nel biennio 2022-2023 che ha attivato meccanismi di indicizzazione automatica. Il sistema dipende inoltre in modo strutturale da ingenti trasferimenti dalla fiscalità generale, quantificati in quasi 164 miliardi di euro per il 2023.

Sebbene il livello di spesa attuale collochi l'Italia tra i paesi con la più alta incidenza pensionistica sul PIL nell'Unione Europea, le proiezioni a lungo termine elaborate dalla Commissione Europea indicano una potenziale stabilizzazione o persino una relativa diminuzione di tale incidenza entro il 2070, presumibilmente per effetto delle riforme strutturali implementate nel corso degli anni.

Rapportata al Prodotto Interno Lordo (PIL) nazionale, la spesa pensionistica pubblica del 2023 ha inciso per il 16,3%. Questa percentuale, anch'essa riportata citando dati INPS, evidenzia l'imponente quota di ricchezza nazionale assorbita dal sistema previdenziale.

Diritto all'assistenza sociale

All'interno della spesa pensionistica troviamo anche quella assistenziale ovvero prestazioni economiche riconosciute alle persone invalide.

Le persone invalide che percepiscono una o più prestazioni sono 6.123.100 nel 2024

E' necessario, però, distinguere le prestazioni meramente assistenziali che sono circa 4.345.048 mentre quelle previdenziali, perchè riconosciute a persone invalide che lavorano versando i contributi sono 1.051.653. In quest'ultimo caso la prestazione viene riconosciuta e calcolata in base ai contributi versati.

25 miliardi di euro di cui 18 per indennità di accompagnamento

Alcuni criteri per il riconoscimento delle prestazioni assistenziali:

• È importante distinguere tra invalidità civile e riconoscimento di una prestazione economica. Non tutte le persone con invalidità civile percepiscono automaticamente un sostegno economico. L'erogazione di prestazioni economiche (come pensioni o assegni di invalidità, indennità di accompagnamento, ecc.) dipende da diversi fattori, tra cui il grado di invalidità riconosciuto, l'età, il reddito e altri requisiti specifici previsti per ciascuna prestazione.

• Le percentuali di invalidità sono un criterio fondamentale. Generalmente, per accedere a prestazioni economiche è necessario un grado di invalidità riconosciuto pari o superiore al 74%.

• Diverse prestazioni economiche sono disponibili. Esistono varie forme di sostegno economico per le persone con invalidità, ognuna con i propri requisiti e importi. La pensione di invalidità civile (100%), l'assegno mensile di assistenza (74%), l'indennità di accompagnamento (100% + acc) e l'indennità di frequenza per i minori.

• I limiti di reddito sono spesso un requisito. Molte prestazioni economiche sono subordinate al rispetto di specifici limiti di reddito personale e/o familiare.

• Le cifre possono variare nel tempo. Il numero di beneficiari di prestazioni economiche per invalidità può cambiare in base a nuove concessioni, revisioni, variazioni dei requisiti o decessi.

Limiti di reddito per assegno d'invalidità civile

Si ricorda che alcune prestazioni, come l'indennità di comunicazione o accompagnamento non associate ad alcuna pensione d'invalidità o pensione speciale, sono riconosciute senza alcun limite di reddito.

Spesa pubblica Paesi Membri (percentuale PIL)

Italia 1,8

Spagna 1,8

Germania 2,7

Francia 2,2

Paesi Bassi 2,7

Danimarca 5

Media Europea 2,2

Al contrario di quelli ricchi, i paesi europei più indebitati o più poveri, spendono di meno in assistenza.

Come ridurre le spese assistenziali in Italia"

Ecco alcune aree di riflessione e potenziali strategie che potrebbero essere esplorate per diminuire la spesa statale nell'assistenza senza pregiudicare i diritti degli invalidi:

1. Revisione e Ottimizzazione dei Processi di Accertamento dell'Invalidità:

• Digitalizzazione e Standardizzazione: Implementare sistemi digitali avanzati per la gestione delle pratiche di invalidità potrebbe ridurre i tempi di attesa, gli errori e i costi amministrativi. Standardizzare i criteri di valutazione a livello nazionale, garantendo equità e trasparenza, potrebbe anche contribuire a una maggiore efficienza.

• Verifiche Periodiche Mirate: Effettuare verifiche periodiche delle condizioni di invalidità in modo più mirato, basandosi su criteri oggettivi e analisi di rischio, potrebbe consentire di individuare situazioni in cui i requisiti non sono più soddisfatti, evitando erogazioni non dovute. Questo andrebbe fatto con grande sensibilità e nel rispetto della dignità delle persone, evitando controlli vessatori (ma una legge che dovrebbe partire il 2027 prevede l'opposto).

• Integrazione con il Sistema Sanitario: Rafforzare la collaborazione tra le commissioni mediche di accertamento e il sistema sanitario nazionale potrebbe portare a valutazioni più complete e integrate, riducendo la necessità di ulteriori accertamenti e potenziali contenziosi.

2. Promozione dell'Inclusione Sociale e Lavorativa:

• Politiche Attive per l'Impiego: Investire in programmi di formazione professionale mirati, incentivi per le aziende che assumono persone con disabilità e servizi di supporto all'inserimento lavorativo potrebbe ridurre la dipendenza dalle prestazioni assistenziali a lungo termine. Un maggiore tasso di occupazione tra le persone con disabilità non solo migliora la loro qualità di vita e la loro autonomia, ma contribuisce anche al gettito fiscale e riduce la spesa per l'assistenza.

• Sostegno all'Autonomia e alla Vita Indipendente: Potenziare i servizi e i finanziamenti per progetti di vita indipendente, domotica, assistenza personale e mobilità potrebbe consentire a molte persone con disabilità di vivere in modo più autonomo e integrato nella società, riducendo la necessità di forme di assistenza più costose e intensive.

• Accessibilità Universale: Investire nell'abbattimento delle barriere architettoniche, sensoriali e comunicative in tutti gli ambiti della vita (trasporti, edifici pubblici e privati, servizi, informazione) non solo è un diritto fondamentale, ma favorisce l'inclusione e la partecipazione attiva delle persone con disabilità, riducendo potenzialmente la necessità di interventi assistenziali specifici.

3. Riorganizzazione e Integrazione dei Servizi:

• Coordinamento tra Servizi Sanitari e Sociali: Migliorare il coordinamento tra i servizi sanitari, sociali ed educativi a livello territoriale potrebbe garantire una presa in carico più olistica e personalizzata, evitando duplicazioni, sprechi e lacune nell'assistenza.

• Centralizzazione degli Acquisti e delle Convenzioni: Ottimizzare le procedure di acquisto di ausili, protesi e altri beni e servizi per la disabilità attraverso centralizzazioni e convenzioni a livello nazionale potrebbe portare a significative economie di scala.

• Investimento nella Prevenzione: Implementare programmi di prevenzione primaria e secondaria delle disabilità potrebbe ridurre l'incidenza di nuove invalidità e, di conseguenza, la spesa assistenziale a lungo termine.

4. Innovazione Tecnologica e Telemedicina:

• Utilizzo di Tecnologie Assistive: Promuovere la ricerca, lo sviluppo e l'accesso a tecnologie assistive innovative può migliorare l'autonomia e la qualità di vita delle persone con disabilità, riducendo la necessità di assistenza umana in alcuni contesti.

Telemedicina e Monitoraggio Remoto: L'utilizzo di strumenti di telemedicina e monitoraggio remoto può consentire una gestione più efficiente e personalizzata delle condizioni di salute, riducendo la necessità di ricoveri o interventi costosi.

Considerazioni Importanti:

• Approccio Graduale e Flessibile: Qualsiasi riforma dovrebbe essere introdotta gradualmente, con un monitoraggio costante degli impatti e la possibilità di apportare modifiche in corso d'opera.

• Coinvolgimento delle Persone con Disabilità e delle Loro Associazioni: È fondamentale coinvolgere attivamente le persone con disabilità e le loro associazioni nel processo di elaborazione e implementazione di qualsiasi cambiamento, garantendo che le loro esigenze e i loro diritti siano pienamente considerati.

• Valutazione Costi-Benefici: Ogni potenziale intervento dovrebbe essere attentamente valutato in termini di costi e benefici a lungo termine, considerando non solo l'impatto sulle finanze pubbliche, ma anche sulla qualità della vita delle persone con disabilità e sull'inclusione sociale.

• Investimento nel Capitale Umano: Non bisogna considerare la spesa per l'assistenza come un mero costo, ma come un investimento nel capitale umano e nella coesione sociale. Un sistema di welfare efficiente ed equo può portare benefici significativi all'intera collettività.

È un percorso complesso, ma con un approccio strategico, inclusivo e basato sull'innovazione, è possibile individuare soluzioni che consentano di ottimizzare la spesa pubblica senza compromettere i diritti fondamentali delle persone con invalidità.


Foto: 123rf.com
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