Variazioni in tema di pensiero unico

La gente non è stupida come molti ritengono. Il problema è che nessuno vuol pensare con la propria testa. Ed il motivo è che far ciò significa e comporta assumersi la responsabilità delle proprie azioni e decisioni.

E qui entra in campo una duplice resistenza.

Da una parte, la difficoltà a separarsi dalla massa, interrompendo una rassicurante omologazione.

Dall'altra, l'efficacia dell'impronta di un modello mentale dettato dalla tipologia educativa comune e per la quale il genitore si pone come l'interprete della realtà per il pargolo. Una sorta di "insegnante" della vita, così innestando uno schema mentale per il quale esiste una autorevole entità esterna che detta e indica l'interpretazione della realtà. Una posizione cementata da un esagerato flusso affettivo verso il figlio, tale da renderla credibile e positiva, anche perchè accompagnata da una totale attenzione ad evitare qualunque responsabilità.

Questa è la base della formazione e accettazione di quel pensiero unico - coltivato dai media e dagli "intellettuali" embedded - che affligge la nostra società, e non solo.

Incidentalmente, si può rilevare l'assoluta deviazione concettuale innestata dalla c.d. alternanza scuola/lavoro. La scuola, l'istruzione ha per compito essenziale quello di formare cittadini consapevoli e maturi, cioè di formare degli uomini, non degli strumenti per l'industria. Uomini in grado di pensare, non "capitale umano" per il mondo degli affari.

Evidentemente indispensabile, ove si vogliano migliorare la nuove generazioni, adottare un modello educativo del tutto diverso e ben più maturo, che stimoli il pensiero autonomo e formi individui consapevoli, così come abbiamo cercato di suggerire con "Lo Straniero" (ed. Bookness).