L'aggravante dello sfregio permanente scatta anche per alterazione dei tratti del viso che generano ilarità senza che sia necessaria la ripugnanza

Aggravante sfregio permanente

L'aggravante dello sfregio permanente scatta per qualunque alterazione apprezzabile dei tratti del viso che crea un effetto sgradevole o di ilarità nell'osservatore comune senza che sia necessario che il danno giunga al più grave grado della ripugnanza. Lo ha affermato la quinta sezione penale della Cassazione nella sentenza n. 18894/2023 (sotto allegata).

Nella vicenda, la corte d'appello di Cagliari confermava la pronuncia di primo grado nei confronti di un uomo dichiarato colpevole del reato di cui agli artt. 582-583 c.p. L'imputato adiva il Palazzaccio, lamentando la conferma in sede d'appello della condanna in relazione alla fattispecie delle lesioni aggravate dallo sfregio permanente pur avendo il perito accertato che la persona offesa aveva riportato delle alterazioni dei tratti del viso visibili anche dal comune osservatore ma non tali da modificare in modo significativo l'armonia del viso e da determinare una sensazione sgradevole o di ripugnanza da parte dell'osservatore.

Per i giudici di piazza Cavour il ricorso è fondato.

E' pur vero, premettono, infatti, "che, in tema di lesioni gravissime, la valutazione circa la sussistenza dell'aggravante dello sfregio permanente, inteso come turbamento irreversibile dell'armonia e dell'euritmia delle linee del viso, compete al giudice di merito, chiamato ad esprimere un giudizio che non richiede speciali competenze tecniche, perché ancorato al punto di vista di un osservatore comune, di gusto normale e di media sensibilità, e che pertanto tale giudizio non risulta sindacabile in sede di legittimità, ove sia sorretto da adeguata motivazione che non manifesti evidenti illogicità o contraddittorietà nel percorso attraverso il quale è giunta alla qualificazione del fatto; ma è altrettanto vero che, quando - come nel caso di specie - vi è stato un accertamento tecnico sulla tipologia e sulle conseguenze delle lesioni, esso non può essere trascurato nella dinamica valutativa ove la rappresentazione - tecnica - di esse si risolva in una sorta di fotografia descrittiva che dà conto in maniera puntuale dell'impatto visivo delle ripercussioni evidenziandone anche i risvolti funzionali sull'estetica del volto".

Ora, nel caso di specie, la corte di merito non solo ha ritenuto di by-passare la valutazione del perito - che concludeva per la insussistenza dello sfregio permanente - senza confrontarsi minimamente con essa, ma nell'elencare le conseguenze delle lesioni riportate dalla persona offesa ha anche inserito quelle che hanno determinato un indebolimento dell'organo della masticazione e della respirazione e un'anosmia che non hanno una incidenza diretta sull'aspetto esteriore.

In materia di lesioni personali, ricorda quindi la S.C., "per la sussistenza dello sfregio permanente, non è richiesto un ripugnante sfiguramento o una sensibile modificazione delle sembianze, ma è sufficiente, ma pur sempre necessario, che ricorra un'alterazione apprezzabile dei lineamenti del viso con effetto sgradevole o di ilarità se non proprio ripugnante".

Nel caso in esame manca del tutto - a fronte degli specifici rilievi difensivi modulati sulle conclusioni del perito - la necessaria, specifica, valutazione delle alterazioni in termini di "apprezzabilità" della loro rilevanza rispetto ai lineamenti del viso che si traduca in sgradevolezza o ilarità per l'osservatore medio.

Per cui, sentenza annullata con rinvio per nuovo giudizio alla Corte di Appello di Cagliari, che nel valutare la fattispecie concreta alla luce di tutte le emergenze processuali (perizia e altri atti, documenti, fotografie e quant'altro utile ai fini del giudizio), dandone atto in motivazione, vorrà attenersi ai principi di diritto suindicati.

Scarica pdf Cass. n. 18894/2023

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