Per la Cassazione, non si può sospendere la responsabilità genitoriale solo per qualche scatto d'ira della madre se non si dimostra il pregiudizio per il minore

Qualche scatto d'ira non pregiudica la responsabilità genitoriale

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La Corte di Cassazione con l'ordinanza n. 12763/2021 (sotto allegata) precisa che la responsabilità genitoriale non viene meno solo perché la mamma ha degli scatti d'ira.

Al giudice deve essere indicata almeno una fonte di prova in grado di convincerlo, affinché questi decida per la sospensione o per l'allontanamento del minore dalla madre.

Conclusioni a cui giunge la Cassazione al termine di una vicenda che ha inizio quando una madre ricorre contro il decreto con cui il giudice dell'appello dichiara inammissibile il reclamo proposto dalla donna nei confronti del decreto emesso dal Tribunale dei Minorenni, con cui è stata disposta la sospensione della responsabilità genitoriale.

Occorre provare il pregiudizio per il minore

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La difesa della donna però, nel ricorrere in Cassazione fa presente che la decisione ha violato l'art. 330 c.c il quale prevede che la decadenza dalla responsabilità genitoriale può essere pronunciata dal giudice se "il genitore viola o trascura i doveri ad essa inerenti o abusa dei relativi poteri con grave pregiudizio del figlio."

Nel caso di specie non sono state motivate le ragioni del pregiudizio per il figlio richieste dalla norma per disporre la decadenza dalla responsabilità genitoriale e sono state ritenute inoltre erroneamente provate le circostanze allegate dall'ex della donna in merito alla sua assenza da casa e alla sua aggressività. Dichiarazioni delle quali però non è stata vagliata in modo opportuno l'attendibilità.

Non si può incidere su diritti personalissimi di rango costituzionale senza prove

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La Corte di Cassazione accoglie il ricorso della donna e cassa il decreto per un nuovo esame ritenendolo fondato.

Gli Ermellini rilevano che il giudice ha stigmatizzato la condotta della donna, per il fatto che la stessa si allontanava da casa per andare a trovare l'altra figlia, che viveva con i nonni e perché aveva spesso scatti d'ira. Motivazioni che però per la Cassazione non sono sufficienti a giustificare la sospensione della responsabilità genitoriale e l'allontanamento del minore.

Tanto più che la decisione è stata assunta senza indicare una sola fonte di prova, che poteva essere una testimonianza o una relazione dei Servizi sociali, in grado di giustificare un provvedimento che va a incidere su diritti personalissimi e "di primario rango costituzionale".

Scarica pdf Cassazione n. 12763/2021

Foto: 123rf.com
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