Dà la possibilità ai docenti in graduatoria, che non hanno ottenuto il ruolo con la normale tornata di assunzioni, di poter presentare domanda in un'altra regione

Call veloce, in cosa consiste

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Arriva la cosiddetta chiamata (call) veloce per la scuola. La nuova procedura in realtà è stata prevista dal decreto sulla scuola approvato a dicembre in Parlamento. La call veloce dà la possibilità ai docenti in graduatoria, che non hanno ottenuto il ruolo con la normale tornata di assunzioni, di poter presentare domanda in un'altra regione dove ci sono posti disponibili per ottenere prima la cattedra a tempo indeterminato. La domanda è scaduta alle ore 23.59 del 2 settembre e dal 3 settembre gli Uffici Scolastici sono al lavoro per elaborare i dati ed entro domani (7 settembre) pubblicheranno gli esiti.

Call veloce e poi supplenze

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In una nota, per il governo «Subito dopo l'assegnazione dei posti con la chiamata veloce si procederà con le supplenze. Il Ministero ha infatti messo a punto un fitto cronoprogramma, scadenza dopo scadenza, per consentire - si legge in una nota - un avvio ordinato del nuovo anno che sta consentendo di chiudere le singole operazioni nei tempi previsti per la prima volta dopo molti anni». Secondo gli esperti, tuttavia, la misura potrebbe non risolvere il problema del rischio di mancanza d'organico alla ripresa delle lezioni ossia la vacatio di docenti a causa dei timori legati al coronavirus: poiché in molti (lavoratori fragili) stanno presentando certificato medico.

Call veloce, le critiche dei sindacati

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La risposta non è stata quella che si aspettava o meglio una risposta tale da poter coprire tutti i posti ancora vuoti. Sulle scelte dei docenti di sicuro ha inciso quinquennale sul posto di assunzione a tempo indeterminato. Secondo i dati della Uil scuola, ad esempio, in una regione come la Campania resteranno vuoti quasi la metà dei posti messi a disposizione: oltre 2.500 posti sui 4.600 autorizzati. In Lombardia quasi due mila posti sul sostegno alle scuole medie. Idem anche in Puglia, Emilia Romagna, e Veneto.


Foto: 123rf.com
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