I chiarimenti del ministro Azzolina sul ritorno in classe degli studenti nel mese di settembre e la didattica mista. Ma per il Moige: l'alternanza non è sostenibile

di Gabriella Lax - Hanno sollevato molte perplessità le dichiarazioni del ministro dell'istruzione, Lucia Azzolina a proposito della scuola alternata a partire da settembre. Vediamo di capire meglio di cosa si tratta.

Scuola, Azzolina e la didattica mista

[Torna su]

Dopo aver assicurato la possibilità di ritorno sui banchi degli studenti a settembre, sempre scongiurando ulteriori situazioni di emergenza sanitaria, il ministro fa un passo indietro e paventa anche un altro scenario: l'alternanza a scuola. Classi alterne: metà studenti presenti e metà con la didattica a distanza, con lo scopo di ridurre i numeri in classe. La metà degli studenti per metà settimana, secondo l'ipotesi del ministro a SkyTg24, andrebbe a scuola, poi l'altra metà, e comunque si terrebbero sempre gli studenti che sono a distanza collegati, in modo da mantenere la socialità.

Ma questi casi non riguarderebbero tutti gli studenti, bensì « i ragazzi più grandi, una fascia di età che non metterebbe in difficoltà le famiglie». Quindi la fascia d'età coinvolta dall'alternanza casa scuola sarebbe quella adolescenziale.

Scuola, altre modalità per il ritorno in classe dei più piccoli

[Torna su]

Per converso, ha spiegato la titolare del dicastero per i più piccoli «dovremo immaginare altri spazi oltre quelli tradizionali: la scuola potrà aprirsi al territorio. Sfruttare parchi, ville, teatri, spazi di associazioni e realtà che collaborano già con le scuole. Non significherà perdere di vista gli obiettivi educativi, ma andare oltre il perimetro degli edifici e immaginare una scuola nuova». Azzolina ha poi chiarito che attualmente al Miur è al lavoro «un gruppo di altissimo livello guidato dal professor Patrizio Bianchi - che - si sta riunendo notte e giorno e avremo a breve le prime proposte, modulate sulle diverse fasce di età e sulle specificità dei territori. Stiamo immaginando non solo come uscire dalla crisi ma anche come costruire una scuola migliore».

Lo studio del Politecnico di Torino: "classi dimezzate"

Viene fuori dal lavoro del Politecnico di Torino il rapporto "Scuola aperta, società protetta". Si tratta, come riporta il Sole 24 Ore, di un documento nel quale, in 62 pagine, vien spiegato il ruolo fondamentale dell'istruzione nell'organizzazione dei tempi di vita e lavoro e suggerisce classi dimezzate per assicurare il distanziamento degli alunni, pasti da consumare al banco anziché a mensa e didattica mista in presenza/a distanza anche a settembre. Previsto il distanziamento tra gli alunni e i banchi messi "a scacchiera", alternando posti pieni e posti vuoti e dimezzando il numero dei presenti in classe. Secondo il Politecnico per classe non dovrebbero essere più di 10 alunni nella scuola dell'infanzia e i 15 alle elementari, alle medie e alle superiori tra i banchi erogando il servizio di refezione con i lunchbox.

Il Moige sull'alternanza in classe: «Non è sostenibile»

[Torna su]

Le dichiarazioni del ministro Azzolina destano non pochi pensieri tra i genitori: «Siamo preoccupati per l'ipotesi di alternanza lezioni a casa e scuola. Non la riteniamo sostenibile sia sul piano didattico sia sul piano familiare - afferma Antonio Affinita, direttore generale del Movimento italiano genitori (Moige) - i genitori in questa pandemia sono stati protagonisti di uno sforzo organizzativo encomiabile, peraltro penalizzato con la riduzione dello stipendio per i genitori che volevano usufruire del congedo. Noi per settembre non vogliamo una nuova didattica a distanza sui nostri figli, ma trovare una scuola live per tutti, con politiche di inclusione e senza discriminazione per i bambini che hanno avuto parenti ammalati di coronavirus».


Foto: 123rf.com
Altri articoli che potrebbero interessarti:
In evidenza oggi: