Per la Cassazione, non si manifesta il legittimo diritto di critica offendendo la persona del Pm nel corso della lettura del dispositivo di condanna

di Annamaria Villafrate - La sentenza n. 48555/2019 (sotto allegata) della Cassazione rigetta il ricorso dell'imputato, condannato in sede di merito per il reato di oltraggio a un magistrato in udienza. Gli Ermellini precisano che rivolgersi con tono di scherno e offesa alla persona del Pm rivolgendogli frasi irrispettose del tipo "adesso è contento il Pubblico Ministero", accompagnate da un applauso, non costituisce esercizio del legittimo diritto di critica, ma vero e proprio oltraggio al magistrato, in quanto il biasimo è rivolto alla persona e non al provvedimento e alla sua opportunità.

Offesa all'onore e al prestigio della pubblica accusa in udienza

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La Corte di appello conferma la pronuncia di primo grado nei confronti dell'imputato, accusato del reato previsto dall'art. 343 c.p., perché responsabile di aver offeso l'onore e il prestigio del rappresentante della Pubblica Accusa in udienza, nel corso di un procedimento che lo ha visto coautore di gravi reati.

Al termine di una udienza penale per il delitto di tentato omicidio in danno di due extracomunitari in cui quale veniva emessa sentenza di condanna alla pena di anni 19 di reclusione a carico dell'imputato, costui insultava e dimostrava intolleranza nei confronti del Pm, ragion per cui si procedeva nei suoi confronti per il reato di oltraggio a un magistrato.

Alla lettura del dispositivo, i parenti dell'imputato urlavano ed inveivano mentre l'imputato rivolgeva espressioni ironiche nei confronti del Pm e, con la sua condotta intemperante, esorbitava i limiti del legittimo dissenso, offendendo il ruolo e il prestigio della funzione del Pm con la seguente espressione: "adesso è contento Pubblico Ministero?", accompagnata da un applauso.

Il ricorso dell'imputato

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L'imputato, a mezzo difensore di fiducia, ricorre in Cassazione, lamentando erronea applicazione dell'art .343 c.p. in relazione all'art. 606 comma 1 lett. b) c.p.p.

Per la difesa, con le frasi rivolte al Pm il suo assistito si sarebbe infatti limitato solo a manifestare il proprio dissenso sulla prospettazione che aveva condotto il Pm ad affermare la responsabilità penale dell'imputato.

Reato di oltraggio applaudire mentre il giudice legge il dispositivo

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La Cassazione con sentenza n. 48555/2019 rigetta il ricorso dell'imputato. Perché si configuri il reato di oltraggio ad un magistrato in udienza, le espressioni di critica devono essere rivolte alla persona del magistrato. Il legittimo esercizio del diritto di critica, le espressioni o gli apprezzamenti invece non configurano reato se dirette a criticare l'opportunità del provvedimento.Non solo "l'esercizio del diritto di critica presuppone che le espressioni debbano essere contenute in termini corretti e misurati e non assumano toni lesivi della onorabilità del destinatario."

La finalità dell'art. 343 c.p è quella di tutelare lo Stato nell'esercizio della funzione giudiziaria, il reato quindi sussiste quando questo interesse viene leso "da espressioni di scherno o di minaccia nei confronti di chi in quel momento svolge l'attività di magistrato.

La corte di merito nel caso di specie ha escluso la scriminante del diritto di critica perché il dissenso è stato espresso con modalità offensive, ben lontane dal mero sfogo diretto a esprimere disappunto verso l'operato del Pm."Nel caso di specie, l'espressione indirizzata al Pm ha assunto una evidente e obbiettiva natura oltraggiosa per le modalità irriguardose e perentorie con cui è stata proferita, proprio alla stregua del contegno irrispettoso dell'imputato, accompagnato da eloquente gestualità dell'ironico applauso.

Esula dai limiti del legittimo diritto di critica, come sopra delineata, la condotta posta in essere dal (…) che si è estrinsecata in un insulto secco, proferito fuori da atti procedurali di pertinenza dell'imputato e senza collegamenti a specifiche e concrete argomentazioni difensive.

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Foto: 123rf.com
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