Per il Cnf, in risposta al quesito posto dal Coa di Palmi, l'obbligo di esibizione e acquisizione del Durc è limitato ai rapporti tra PA e imprese nell'ambito dei contratti pubblici

di Redazione - Nel caso di liquidazione dei compensi da effettuarsi ad opera di enti pubblici, l'avvocato è obbligato ad esibire o acquisire il Durc (Documento unico di regolarità contributiva)? È quanto chiede il Coa di Palmi al Consiglio Nazionale Forense.

Durc: quando c'è l'obbligo

La riposta al quesito da parte del Cnf (con parere pubblicato sul sito del codice deontologico il 10 dicembre) è negativa.

Il documento unico di regolarità contributiva (DURC), ricorda il Consiglio, "è previsto e disciplinato dall'art. 2, comma 2, del D. L. n. 210/2002, e richiamato, nella materia dei contratti pubblici, dal D. Lgs. n. 163/06 (Cd. Codice dei contratti pubblici), in particolare con riferimento ai requisiti necessari per partecipare a gare finalizzate all'affidamento di appalti commissionati da enti pubblici e di ottenere, in caso di aggiudicazione ed esecuzione del contratto, i relativi pagamenti".

In materia, spiega ancora il Cnf, sono poi intervenuti gli artt. 31 del D.L. n. 69/13 e 4 del D.L. n. 34/2014, relativi rispettivamente all'introduzione della possibilità di acquisizione d'ufficio del DURC da parte delle stazioni appaltanti, e di semplificazione dei relativi oneri amministrativi.

Per cui, dall'esame delle norme di riferimento, è dato evincere che "l'obbligo di esibizione - e di acquisizione - del DURC è limitato alla materia dei contratti pubblici di opere, lavori, servizi e forniture ed è pertanto relativo ai rapporti tra pubbliche amministrazioni e imprese che ricadano nell'ambito di applicazione della normativa in tema di contratti pubblici".

Ergo, al di fuori delle indicate previsioni, "non è ipotizzabile la sussistenza di tale obbligo".


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