Si chiama "Rimpiattino" la "Doggy Bag italiana" salutata in conferenza stampa anche dalla firmataria della legge 166/2016 contro lo spreco alimentare. Il diritto alla doggy bag è stato affermato dalla Cassazione

di Annamaria Villafrate - A distanza di due anni dalla legge n. 166/2016 "Disposizioni concernenti la donazione e la distribuzione di prodotti alimentari e farmaceutici a fini di solidarietà sociale e per la limitazione degli sprechi" arriva "Rimpiattino" la "Doggy Bag" italiana, in carta e cartone, in cui riporre gli avanzi di cibo e di vino del ristorante. Alla conferenza stampa dell'11 ottobre, che ha svelato il nome di questi utilissimi box di design, ideato dal ristorante Duke's di Roma, erano presenti, tra gli altri, il Presidente della Commissione Agricoltura alla Camera dei Deputati Filippo Gallinella e la deputata Maria Chiara Gadda, firmataria della legge 166/16 (sotto allegata), emanata per contrastare gli sprechi alimentari e favorire il recupero e la donazione delle eccedenze. Insomma, basta remore a chiedere gli avanzi al ristorante. La Doggy bag, si ricorda, è un diritto, lo ha detto perfino la Cassazione!

La "Doggy Bag" italiana

Si chiama "Rimpiattino" la versione nostrana della "Doggy Bag" contro lo spreco alimentare. Il nome "giocoso" richiama una tradizione ben nota a nonne e bisnonne, costrette a barcamenarsi tra pochi soldi e tante bocche da sfamare. La cultura del riciclo alimentare o del "rimpiattare" tuttavia non dovrebbe essere riservata ai meno abbienti, ma essere trasversale. Occorre superare l'imbarazzo che spesso impedisce di chiedere gli avanzi del ristorante. Non c'è vergogna nel rispettare il cibo e chi dedica tempo alla sua preparazione. Da tutte queste considerazioni è nata l'idea della Fipe (Federazione italiana dei pubblici esercizi) e del Comieco (Consorzio Nazionale Recupero e Riciclo degli Imballaggi a base Cellulosica) d'indire un concorso riservato agli associati "affinché presentino un progetto di divulgazione e valorizzazione della c.d. Doggy Bag (art. 1 Regolamento sotto allegato)."

Il concorso è stato vinto da "Rimpiattino", nome pensato dal Ristorante Duke's di Roma per i contenitori in carta e cartone in cui poter riporre il cibo e il vino avanzati quando si mangia fuori casa. Un modo, secondo le intenzioni dei ristoratori che hanno preso parte al progetto, di diffondere la cultura, sempre meno diffusa, del "rimpiattare", ossia del creare un nuovo piatto con gli avanzi del giorno prima. Per fortuna l'idea è piaciuta talmente tanto che più di 1000 ristoranti sono pronti a utilizzare fin dalle prossime settimane i contenitori "Rimpiattino" e altri 30.000 si dicono disponibili ad aderire a questa lodevole iniziativa.

I dati e i risvolti dello spreco

Ogni anno una famiglia italiana getta, in media, nella pattumiera 145 chili di cibo. In termini economici si parla di 16 miliardi di euro all'anno di cibo sprecato. Dati che devono far riflettere, visto che nel mondo 815 milioni di persone soffrono la fame e una persona su tre è affetta da malnutrizione. Una pessima distribuzione delle risorse alimentari e non solo. Sono tanti gli aspetti da considerare: il rispetto nei confronti del cibo e di chi lo prepara, il tema della salute, l'impatto economico e la questione, non meno importante, della diseducazione delle nuove generazioni.

Dieci regole contro lo spreco alimentare

Oggi nella "Giornata Mondiale dell'Alimentazione", a suggerirci come non sprecare il cibo ci pensa Andrea Segrè, fondatore di "Spreco Zero" e "Last Minute Market":

  • fare una lista solo delle cose che servono, senza cadere in tentazione;
  • acquistare preferibilmente cibi locali;
  • leggere con attenzione etichette e scadenze;
  • usare la dispensa, il frigo e il freezer per riporvi ordinatamente e con criterio gli alimenti;
  • cucinare il necessario e riciclare gli avanzi, chiedendo una mano ai vicini, se occorre;
  • non riempire il bidone dell'immondizia, ma differenziare i rifiuti;
  • chiedere gli avanzi quando si mangia fuori casa;
  • riconoscere al cibo un valore economico e salutistico;
  • fare in modo che l'educazione ambientale e alimentare vengano insegnate a scuola;
  • mangiare è un atto di civiltà verso se stessi, gli altri, il mondo.

La Doggy bag è un diritto: parola di Cassazione

Tanti quindi i buoni motivi per chiedere la Doggy Bag al ristorante. Non solo perché è un gesto di civiltà, ma anche perché, come ha chiarito la Cassazione nella sentenza n. 29942/2014, riempire la borraccia con l'acqua servita a tavola e non consumata durante il pasto è un vero e proprio diritto, che ormai fa parte "di regole comunemente accettate dalla civile convivenza". Una svolta culturale che, nel 2015 aveva dato vita alla "family bag", grazie a un'iniziativa promossa dal Ministero dell'ambiente con la collaborazione di Unioncamere Veneto e Conai, presentata a Padova alla fine del 2015.

Leggi anche:

- La "Doggy bag" è un diritto. Lo dice la Cassazione


- Addio alla doggy bag, arriva la family bag: il diritto agli avanzi per tutta la famiglia


Foto: comieco.org
Altri articoli che potrebbero interessarti:
In evidenza oggi: