Prima di partire meglio sapere quali farmaci sono ammessi nel Paese ospitante e le conseguenze in caso di violazione. In Italia? Si per quelli ad uso personale

di Annamaria Villafrate - Sanzioni severe e perfino il carcere se in alcuni paesi extraeuropei si portano farmaci non ammessi. Insomma rischia grosso chi va in vacanza ed è costretto ad assumere medicinali. Meglio informarsi, dunque, rivolgendosi alle farmacie aderenti al progetto "Farmacia in Viaggio", al proprio medico curante o all'ambasciata del paese di destinazione.

Per chi invece viene in Italia, deve sapere che può introdurre farmaci per uso personale necessari a curarsi per non più di 30 giorni, mentre per i medicinali non autorizzati all'importazione è necessaria la richiesta del medico curante per farseli spedire.

Indice:

Farmaci: campagna informativa per i viaggiatori

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Anche quest'anno sono tante le farmacie italiane che aderiscono all'iniziativa "Farmacia in viaggio" per aiutare tutti coloro che, con problemi di salute, si recheranno in vacanza all'estero. Chi decide di visitare un paese straniero e ha la necessità di curarsi anche durante le ferie infatti, deve conoscere la normativa locale sui medicinali. Questo perché certe sostanze in alcuni Paesi sono vietate, mentre per altre sono previste regole d'ingresso piuttosto severe. Insomma, se si vogliono evitare sanzioni o la reclusione è bene chiedere una consulenza personalizzata presso le farmacie aderenti al progetto.

Farmaci controllati: serve la lettera del medico o una licenza

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Il Foreign Commonwealth Office consiglia ai viaggiatori che devono assumere medicinali, di contattare l'ambasciata del Paese in cui si è deciso di andare in vacanze, per sapere se, tra i medicinali, ce ne sono di proibiti o illegali per la legislazione del posto. Prima di partire quindi è bene chiedere al proprio medico se tra i farmaci che si devono mettere in valigia, qualcuno rientra nella lista di quelli contenenti droghe controllate.

In base alle sostanze contenute potrebbe infatti essere necessario:

  • dimostrare che è il farmaco è stato appositamente prescritto per curare una patologia da cui si è affetti, presentando una lettera del medico curante da esibire al confine;
  • ottenere una licenza, nel caso in cui il viaggio dovesse durare almeno 3 mesi, contattando, per avere le informazioni necessarie, l'Unità per la concessione di licenze per droga e armi da fuoco.

Sul sito del Foreign Commonwealth Office la lista dei farmaci contenti droghe controllate.

Farmaci in vacanza: paese che vai regole che trovi

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In Europa in genere si possono portare preparazioni terapeutiche per uso personale in aereo senza particolari problemi. Il discorso cambia se si va all'estero. Questo perché ogni paese considera illegali alcuni farmaci, la cui introduzione comporta perfino il carcere.

Vediamo insieme qualche esempio:

  • In Giappone è vietato portare narcotici o stimolanti, mentre per i farmaci generici con ricetta o da banco, in base alla quantità trasportata, serve il Certificato di Importazione medicine. Vietati anche i farmaci contro il raffreddore come il Vicks e il Sudafer.
  • In Arabia Saudita, sono previste regole piuttosto severe per chi ha la necessità di trasportare farmaci contenenti sostanze stupefacenti o per curare disturbi psichici.
  • In Grecia è vietata la codeina, per cui, se non è possibile sostituire il farmaco, è meglio farsi rilasciare una dichiarazione del proprio medico curante che ne giustifichi l'utilizzo.
  • Negli Emirati Arabi si rischia il carcere se si introducono medicinali con tramadolo o codeina.
  • In Costa Rica si possono portare solo i farmaci necessari per la durata della permanenza confermati da una nota del proprio medico curante.
  • In Indonesia, proibito portare codeina, sonniferi, farmaci per i disturbi da deficit d'attenzione e iperattività.
  • In Qatar occorre la prescrizione medica per medicinali contro la tosse e il raffreddore.

Farmaci in vacanza: in Italia come funziona?

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Il Ministero della salute con la circolare del 23/03/2017 (sotto allegata) ha fornito le "istruzioni operative relative all'applicazione del d.M. 11 febbraio 1997, il quale ammette, ricorrendone i presupposti, l'importazione di medicinali regolarmente autorizzati in un Paese estero, ma non all'immissione in commercio in Italia.

La circolare precisa che, in generale è vietato commercializzare farmaci in Italia "senza aver ottenuto un'autorizzazione dell'A.I.F.A o un'autorizzazione a livello comunitario (art. 6 d.lgs. n. 219 del 2006 e s.m.)." E' possibile tuttavia derogare a questo principio, ammettendo l'importazione per il solo uso personale di medicinali autorizzati in un Paese estero in soli due casi:

  • a) medicinali posti regolarmente in vendita in Paesi esteri, ma non autorizzati all'immissione in commercio sul territorio nazionale, spediti dall'estero su richiesta del medico curante (art. 158, co. 6, d.lgs. 219 del 2006 cit., e d.M. 11 febbraio 1997);
  • b) medicinali registrati in Paesi esteri, che vengono personalmente portati dal viaggiatore al momento dell'ingresso nel territorio nazionale (art. 158, co. 8, d.lgs. 219 del 2006), purché destinati a uso personale per un trattamento terapeutico non superiore a 30 giorni.

Ministero della salute - circolare del 23.03.2017

Foto: 123rf.com
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