Firmato accordo tra sindacati e Miur per cancellare uno dei tasselli più importanti della riforma della Buona Scuola varata dal governo Renzi. Addio chiamata diretta per i docenti, i posti disponibili saranno coperti tramite titoli e mobilità

di Marina Crisafi - Primo colpo di scure alla Buona Scuola del nuovo esecutivo con l'addio alla chiamata diretta dei prof. L'accordo firmato ieri infatti tra il ministro dell'istruzione Marco Bussetti e i sindacati Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola e Gilda fa saltare infatti la chiamata diretta dei docenti, prevedendo che il personale venga assegnato alla scuola dall'ufficio scolastico territoriale sulla base dei titoli e del punteggio della mobilità.

Niente più chiamata diretta dai presidi

L'accordo spiega la Uil Scuola in una nota disapplica di fatto la "chiamata diretta" da parte dei dirigenti scolastici e rende "oggettivo" e non discrezionale il passaggio dall'ambito all'istituto.

Sono previste due fasi: la prima, per la copertura dei posti disponibili prioritariamente con docenti che hanno ottenuto la mobilità su ambito con una delle precedenze previste dal Ccnl; la seconda, per la copertura dei posti residui col restante personale, in base al punteggio di mobilità. Questi ultimi, nella presentazione delle domande, a partire da oggi tramite l'apposita sezione di istanze online, dovranno indicare la scuola da cui partire; in caso contrario, sarà considerata la scuola "capofila" nell'ambito. Le operazioni saranno ultimate entro la fine di luglio e successivamente si procederà all'assegnazione della sede per il personale neo immesso in ruolo. Anche in tal caso si procederà seguendo il punteggio di graduatoria.


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