L'Agenda europea in materia di sicurezza contiene orientamenti per l'azione contro i soli traffici illeciti di armi da fuoco ed esplosivi
Avv. Francesco Pandolfi - Il 17 maggio 2017 è stata siglata la direttiva europea che modifica l'impianto normativo di base precedente in materia di circolazione di alcune armi da fuoco all'interno dell'Unione.

In particolare, Parlamento e Consiglio hanno posto l'attenzione sulla modifica di una direttiva del 1991, che intendeva raggiungere un punto di equilibrio tra la garanzia di una certa quota di libertà di circolazione di certe armi e loro componenti essenziali e il bisogno di sicurezza nascente dalla riconosciuta (relativa) libertà.

Il fine di questo lavoro di revisione di regole è il contrasto all'uso improprio delle armi da fuoco per scopi criminali: si ha di mira quindi essenzialmente il terrorismo e le sue pericolose manifestazione, non l'utilizzo lecito ed avveduto di taluni armamenti.

Armi, cosa dice la Direttiva 2017

Dice molte cose, trattandosi di un testo assai esteso ed articolato; qui ci limitiamo a tratteggiarne i punti salienti sulla falsariga di quanto riportato sul sito istituzionale del Senato nel dossier n. 504 1:

a) dati relativi ad armi e componenti essenziali vengano conservati in un archivio per 30 anni dopo la distruzione,

b) si crei uno strumento di collegamento elettronico accessibile ad armaioli ed intermerdiari, che permetta di trasmettere le informazioni alle autorità nazionale mediante mail o banca dati o altro registro,

c) si istituiscano norme più rigorose per le (sole) armi da fuoco ritenute più pericolose, con lo scopo di garantire che non ne siano autorizzati l'acquisizione, la detenzione e gli scambi, fatte salve alcune deroghe debitamente motivate,

d) si proibisca l'uso civile di armi da fuoco progettate per uso militare, delle armi da fuoco semiautomatiche dotate di un caricatore fisso che consente di sparare un numero elevato di colpi e delle armi da fuoco semiautomatiche combinate con un caricatore amovibile ad altà capacità di colpi.

Come si è arrivati alla Direttiva

La prima Commissione Permanente del Senato della Repubblica Italiana, nel gennaio 2016, ha relazionato sulla questione, confermando che lo spunto è stato dato dagli attacchi terroristici del 2015 a Parigi e a Copenaghen: quindi il focus è stato posto sul contrastro transnazionale al terrorismo e alla criminalità organizzata.

La Commissione, in particolare, ha dato parere favorevole in quanto risulta che in Italia la materia è ancora frammentata e che c'è bisogno (per completare gli scopi comunitari) di adeguare il diritto interno con un articolato intervento, soprattutto con una particolare attenzione al periodo di transizione, per tutelare l'utilizzo di alcune categorie di armi (in particolare la B7 semiautomatica per uso civile) in campo venatorio, sportivo e collezionistico.

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Francesco Pandolfi
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Si occupa principalmente di Diritto Militare in ambito amministrativo, penale, civile e disciplinare ed и autore di numerose pubblicazioni in materia.
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