di Valeria Zeppilli - A parere dei giudici, la privacy del marito è tutelata anche se la moglie chiede alla banca, che gliele fornisce, notizie sull'estratto conto dell'uomo e, poi, le utilizza nel giudizio di separazione.
Separazione: la moglie può sbirciare nel conto corrente del marito
Proprio così! Con la sentenza numero 20649/2017 del 31 agosto (qui sotto allegata) la Corte di cassazione ha decretato inammissibile il ricorso del marito presentato a seguito della dichiarazione, da parte della Corte d'appello, dell'inammissibilità della sua posizione in quanto priva di una ragionevole probabilità di essere accolta, con la conseguenza che resta ferma la pronuncia con la quale il giudice di primo grado ha respinto la richiesta danni avanzata dall'uomo nei confronti della moglie, colpevole, a suo dire, di aver illecitamente violato la sua privacy.
Per il Tribunale, la donna, nel richiedere informazioni o documenti all'istituto di credito, "non aveva violato alcuna norma di legge né aveva tenuto un comportamento fraudolento". Come rilevato anche dalla Corte d'appello, poi, l'uomo non aveva neanche fornito alcuna indicazione circa il danno subito.
Il precedente del 2015
Va tuttavia posto in evidenza che con la sentenza numero 20106/2015 la Cassazione, interpellata dal Garante della privacy, aveva assunto una posizione differente, decretando la condanna al risarcimento, a prescindere da un danno concreto, in capo a una banca che, priva di un'espressa autorizzazione, aveva fornito a una donna i dati del marito per utilizzarli nel corso del procedimento di separazione e, quindi, per dei fini che sono estranei rispetto al rapporto contrattuale che l'uomo aveva instaurato con l'istituto di credito.
Leggi anche: "Privacy: l'Autorità garante sta in giudizio come una parte privata"
Corte di cassazione testo sentenza numero 20649/2017• Foto: 123rf.com