Riflessioni sulla sentenza del Tar Perugia n. 564 del 27 luglio 2016
Avv. Francesco Pandolfi - Osservanza delle norme penali, tutela dell'ordine pubblico, prevenzione di fatti lesivi, buona convivenza civile: sono questi i temi sui quali si snoda la trama della sentenza in commento (Tar Perugia n. 564/2016).


 

I principi da seguire per il mantenimento del porto d'armi

Si ricava dalla pronuncia che non è certo semplice mantenere il rispetto della grande varietà di condizioni poste in materia: ma si tratta pur sempre di doveri normativamente imposti.

Una pronuncia utile per chi appartiene al mondo armiero in quanto consente di segnalare ancora una volta tutti i principi da seguire per il mantenimento del porto d'armi.

Vediamo, dalla sintesi del contenuto della sentenza, il dettaglio di questi principi:

1) il beneficiario del porto d'armi deve essere persona esente da mende,

2) deve avere una condotta di vita basata sulla puntuale osservanza di norme penali,

3) deve rispettare le comuni regole poste a tutela dell'ordine pubblico,

4) deve dimostrare il rispetto delle regole del vivere civile,

5) deve evitare l'insorgenza di sospetti circa un possibile cattivo uso dell'arma,

6) deve prevenire la commissione di reati,

7) deve prevenire la commissione di fatti lesivi dell'ordine pubblico,

8) deve sempre dimostrare di aver fatto buon uso delle armi,

9) deve fare attenzione per evitare tutte quelle situazioni che mettono in dubbio la sua affidabilità,

10) deve dimostrare perfetto dominio dei propri impulsi,

11) deve custodire in modo diligente le armi,

12) deve sapere che il diritto alla proprietà dell'arma è un diritto di proprietà affievolito rispetto al generale diritto di proprietà (e alle tutele del diritto che possono essere messe in atto), essendo ciò legato alla particolare natura pericolosa del bene in questione (armi, munizioni e materie esplodenti).

Ricorso avverso il divieto di detenzione armi e di sospensione della licenza


Smentire quanto sostenuto dall'amministrazione, dimostrando seriamente che Prefettura e Questura hanno torto: non proporre critiche generiche ma puntuali contestazioni sostenute da prove.

In pratica pensare al ricorso se si è in grado di affrontare la causa con questa forza argomentativa, dando prova di aver diligentemente custodito l'arma e di aver posto elevata attenzione a tutti i precetti sopra elencati.

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Francesco Pandolfi
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Si occupa principalmente di Diritto Militare in ambito amministrativo, penale, civile e disciplinare ed и autore di numerose pubblicazioni in materia.
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