Per la Corte d'Appello di Bari va preservato il mantenimento della trama familiare

di Lucia Izzo - Nel disporre l'affidamento dei figli prevale il principio dell'unitarietà della famiglia e va valorizzata la volontà manifestata dai minori. Per tali ragioni, anche la sorella più piccola va affidata al padre con cui vivono già i due fratelli più grandi.


È quanto stabilito dalla Corte d'Appello di Bari, nel decreto del 16 dicembre 2016 (pres. Pecoriello, rel. Dinisi) con cui i giudici si sono pronunciati in camera di consiglio a seguito di reclamo, stante la pendenza di contrapposti interessi tra le parti in causa relativamente all'affidamento dei figli.


L'ordinanza reclamata aveva confermato l'affidamento esclusivo al padre dei due ragazzi più grandi e stabilito, invece, che la sorella minore fosse affidata alla madre, con diritto di visita dell'altro genitore presso il Consultorio di zona.


La Corte evidenzia che "è compilo del Giudice adottare la decisione che si appalesa più giusta, ossia tesa a contemperare il supremo interesse dei minori, tenuto conto della necessità di riconoscere le loro esigenze affettive, di preservare loro la continuità delle relazioni parentali attraverso il mantenimento della trama familiare, al di là di egoistiche considerazioni di rivalsa sull'altro genitore, del lasso di tempo trascorso dall'adozione dei provvedimenti temporanei ed urgenti in sede di separazione, della consolidata abitudine dei tre ragazzi di vivere col padre e della necessità di garantire la persistenza del legame tra fratelli".


Nel caso di specie, tutti i fratelli sono stati inevitabilmente coinvolti in una dinamica fortemente conflittuale fra i genitori, peraltro evolutasi in tal senso dopo una serena convivenza familiare durata più di 15 anni. 


La Corte, sulla base delle analisi effettuate dagli esperti, ha ritenuto condivisibile rigettare la domanda di decadenza della responsabilità genitoriale in capo al padre, il quale è risultato "l'unico punto di riferimento certo per i ragazzi, sebbene sia responsabile di aver incluso i figli in un conflitto teso ad isolare la moglie, con rischio di nocumento nei ragazzi". 


I fratelli maggiori, entrambi adolescenti o prossimi alla maggiore età, hanno mostrato chiaramente l'intenzione di restare col padre, mentre la più piccola, in sede di audizione, aveva espresso il desiderio di continuare a vivere col padre e con i fratelli maggiori e per il Collegio risulta necessario preservarle tali punti di riferimento ed evitarle ulteriori traumi.


L'affidamento dei tre fratelli in via esclusiva al padre, tuttavia, non potrà, né dovrà, comportare il sacrificio del diritto dei tre ragazzi alla bigenitorialità, che deve essere inteso come una stabile presenza affettivo - relazionale di entrambi i genitori nella loro vita; i coniugi hanno dunque il dovere di collaborare per la cura, assistenza, educazione e istruzione dei figli, che dovranno essere tenuti fuori dalla situazione altamente conflittuale in atto (cfr. Cass. Civ. n. 6919/2016).


Corte d'Appello Bari, decreto 16/12/2016

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