Per il Tribunale di Napoli sono sufficienti le dichiarazioni di un passante per decretare il risarcimento dell'automobilista finito in una buca

di Valeria Zeppilli - Se l'auto finisce in una buca, il Comune deve pagare. E la prova necessaria a dimostrare la responsabilità dell'ente può essere fornita anche tramite la testimonianza di un passante, purché attendibile.

Proprio la dichiarazione di un solo teste è infatti stata reputata recentemente sufficiente dalla seconda sezione civile del tribunale di Napoli per accogliere la richiesta di risarcimento di un automobilista.

Con la sentenza numero 274/2016 il giudice, più nel dettaglio, ha utilizzato quanto dichiarato dal passante per accertare che l'ostacolo presente sull'asfalto non poteva essere evitato con facilità: dall'uomo è arrivata in particolare la conferma, con affermazioni precise e dettagliate, che l'illuminazione pubblica presente sul tratto di strada scenario del sinistro non era adeguata e sufficiente.

Nel corso del giudizio, poi, è stato dimostrato che la buca non era segnalata né transennata ed era larga al punto da invadere metà della carreggiata.

Dal Comune, invece, non è arrivata nessuna prova del caso fortuito, che può, ove fornita, escludere la responsabilità del custode sancita dall'articolo 2051 del codice civile.

Di conseguenza, accertato lo stato dei luoghi e il nesso di causalità di questo con gli ingenti danni alla carrozzeria e al motore riportati dall'automobile dell'attore, all'amministrazione non resta che pagare i 4.500 euro necessari per il risarcimento.

Valeria Zeppilli

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