Non importa che la ricerca sia laboriosa, il cittadino ha diritto all'accesso ai documenti

di Valeria Zeppilli - A tutti può capitare di smarrire alcuni documenti, ma non sempre bisogna disperare.

Lo sa bene un cittadino che non riusciva più a trovare la busta contenente una lettera speditagli dall'assicurazione con raccomandata a/r, nella quale era indicata la data di ricezione della stessa. Ma tale dato era per lui fondamentale, al fine di dimostrare l'intervenuta prescrizione della controversia pendente con l'assicurazione.

Così, con la sentenza numero 207/2016, il TAR del Piemonte ha dichiarato che le Poste non possono legittimamente opporre un silenzio-rifiuto a tale cittadino, che si è loro rivolto per tentare di ricavare i dati relativi alla predetta raccomandata. Per il Tribunale, infatti, è fondamentale che all'interessato venga consegnata entro un mese la copia dei registri di consegna, dai quali emerge sia la data che il numero di identificazione della missiva.

Non importa che per soddisfare l'utente sia necessaria una specifica e laboriosa ricerca: la legge sulla trasparenza riconosce il diritto all'accesso ai documenti. Oltretutto la ricerca non sarebbe dovuta proseguire con un'elaborazione di dati, ma solo con una fotocopia delle pagine di interesse.

Peraltro, nel caso di specie si trattava di un interesse qualificato, dato dalla sussistenza di una controversia giudiziaria ai fini della quale la data della raccomandata assumeva un'importanza fondamentale, dipendendo da essa la valutazione circa la permanenza o l'estinzione del diritto azionato.

Data la peculiarità della questione, in ogni caso, il TAR ha compensato le spese.

Valeria Zeppilli

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