Il prossimo passo quale sarà? Si chiede l'associazione. Quello di impedire a chi non ha il titolo di specialista l'assistenza legale in quella materia?

di Valeria Zeppilli - Non appena firmato, il regolamento che disciplina le specializzazioni per gli avvocati (leggi "Avvocati: via libera alle specializzazioni. Firmato il decreto") ha già sollevato polemiche pesanti e consistenti. 

Capofila delle proteste è proprio un'associazione di avvocati, Movimento forense, che, attraverso un comunicato diffuso nelle ultime ore, ha espresso le proprie perplessità circa le novità introdotte dal recentissimo regolamento, che è in attesa soltanto della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. 

Le criticità evidenziate dal comunicato diffuso nel web, infatti, sono quelle che derivano dal timore che la frequentazione di corsi per ottenere la specializzazioni diventi un obbligo per gli iscritti all'albo, che li priverà di tempo e denaro, costituendo un peso economico che non tutti sono in grado di sostenere. 

Ma il timore principale espresso da Movimento forense è quello che il regolamento sulle specializzazioni sia solamente il primo passo di un percorso al termine del quale si arriverà ad impedire agli avvocati privi della specializzazione in una determinata materia di assistere legalmente clienti che siano parte di un contenzioso vertente proprio in tale materia

In sostanza, per l'associazione, la figura dell'avvocato specializzato non è che il frutto di una logica di "polverizzazione della categoria" e di "business formativo". 

Di certo la presa di posizione di Movimento forense è molto forte e decisa, sintomatica dei dissapori che serpeggiano all'interno della categoria rispetto al nuovo ruolo che la figura dell'avvocato sta assumendo negli ultimi anni. 


Valeria Zeppilli

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