La Suprema corte ribadisce l'orientamento correttamente assunto dalla Corte di merito, esplicitando la causa del patto in prova. Essa "va individuata nella tutela dell'interesse comune alle due parti del rapporto di lavoro, in quanto diretto ad attuare un esperimento mediante il quale sia il datore di lavoro che il lavoratore possono verificare la reciproca convenienza del contratto, accertando il primo le capacità del lavoratore e quest'ultimo, a sua volta, valutando l'entità della prestazione richiestagli e le condizioni di svolgimento del rapporto".
E' possibile, in linea di principio, stipulare un patto in prova anche in presenza di un precedente contratto con la medesima società, a patto che siano nel frattempo intervenute cause idonee a giustificarlo (ad es. cambiamento delle abitudini di vita o problemi di salute).
Mancando nel caso di specie tali circostanze - e, in ogni caso, non essendo state compiutamente dedotte in sede di merito - la Cassazione rigetta il ricorso confermando la decisione di secondo grado.
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