POSTA e RISPOSTA n.264 dà spazio a WALTER PETESE che, alle h.18:35 del 7 marzo 2012 dall'utenza tifuefor@leucaworks.com ci invia il seguente proclama: "La professione di avvocato in Salento oltre che essere tutelata dalla corporazione dell'ordine garantisce quella possibilità che tutti riescano a farla, anche gli incapaci, dato che non essendoci antagonismo tra di loro ne nei confronti del mercato questi signori non devono fare alcun sforzo per sopravvivere quel minimo attraverso questa professione. E se talvolta hanno dei dubbi tra di loro non essendoci antagonismo le informazioni vengono distribuite serenamente senza alcuna forma di egoismo o tutela del proprio sapere, tutti sono omologati e a secondo dell'ordine di riferimento devono inoltre essere orientati secondo delle regole non scritte ,ma sulla base di cio che, si dice, è notorio, che non si deve fare, anche se pratica legittima. Inoltre attraverso quelle regole dettate dal codice del dover essere l'avvocato raramente mette i panni sporchi fuori dalla corporazione,in pubblico, insomma le tensioni comunque si autosmorzano attraverso il meccanismo dell'evitare di litigare con i propri colleghi e questo è possibile solo quando a tutti è garantita una sorta di omologazione e un guadagno assicurato che sussurra loro quanto sia inutile litigare : l'avvocato o perde o vince guadagna lo stesso e solo questa singolarità fa di questo "lavoro assistito" l'aspirazione di molti giovani sino ad aver raggiunto quel numero di avvocati estremamente alto che abbiamo in Italia rispetto ad altri paesi. Lo definerei una sorta di lavoro parastatale. Ci si trova cosi un numero elevato di avvocati che certo non aumenta la concorrenza, falsa apparenza, poichè non esiste, ma per questo e non solo le cause durano di più per delle naturali e volute sviste che aumentano cosi gli onorari, una intelligente risposta al numero spropositato di avvocati. Le cause devono durare di più grado dopo grado, altrimenti come fa ad andare avanti tutto questo esercito che il mondo ci invidia ? Complessa la vicenda, sembra studiata bene, semplice la soluzione se non fosse che chi a pagare oltre gli avvocati di fronte ad una professione sempre più sprofessionalizzata anche ed in prima linea i cittadini che non ottengono giustizia ,ma spendono soltanto soldi e che devono aggiungere queste considerazioni basate sulla esperienza tra le diverse cause che ostacolano la giusta giustizia in Italia.E non entriamo nel merito dei luoghi che avrebbero la pretesa di tutelare i cittadini. Si salvi chi puo'. Walter Petese". - Non penso minimamente, anzi escludo categoricamente che le cose stiano come le riferisci, caro Walter, ma, come vedi, Studio Cataldi Ti ha consentito di esprimere il Tuo parere. Che io non condivido nemmeno un po'.
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Civilista e penalista, dedito in particolare
alla materia della responsabilità civile
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