L'Associazione Nazionale del Notariato in questi ultimi tempi si è prodigata nel trovare soluzioni alternative nel rispetto della legge elaborando i cosiddetti contratti di convivenza

di Luna Granello - luna.granello@virgilio.it

Alla luce della circolare del 7 ottobre scorso con cui il Ministro dell'Interno chiedeva ai prefetti la cancellazione delle trascrizioni nei registri dello stato civile dei matrimoni tra persone dello stesso sesso contratti all'estero, abbiamo assistito di fatto all'ennesima sconfitta per queste coppie. 


Anche l'Associazione Nazionale del Notariato in questi ultimi tempi si è prodigata nel trovare soluzioni alternative nel rispetto della legge elaborando i cosiddetti "contratti di convivenza", ossia accordi con cui la coppia programma aspetti della loro vita patrimoniale ed alcuni limitatissimi aspetti della vita personale. Sono contratti, con la forma di atto pubblico o scrittura privata autenticata, che regolano anticipatamente aspetti successivi della vita della coppia come ad esempio l'acquisto di un immobile o le modalità di partecipazione alle spese condivise.

 

Tuttavia, in un periodo di incertezza economica come questo, l'istituto del trust presenta un asset non ignorabile. Si rivela, infatti, uno strumento ancor più efficace per la sua rinomata duttilità alle più disparate esigenze e quindi anche per regolare vari aspetti della vita delle coppie non sposate, nonché per il peculiare effetto segregativo che lo rende immune da spiacevoli vicende economiche personali quali l'aggressione da parte dei creditori di uno dei due conviventi sui beni di quest'ultimo.                                

Conferendo i beni della coppia in trust e nominando il convivente economicamente più debole beneficiario finale, si crea un'isola "felice" che può rappresentare la salvezza per quest'ultimo in caso di eventi imprevisti o anche previsti nella vita di coppia.

                                                               

È evidente che il problema principale nel gestire gli aspetti economici delle coppie more uxorio, ma ancor più di quelle omosessuali, non si verifica tanto durante la vita di coppia, ma in caso di separazione o improvvisa dipartita o totale perdita di capacità di intendere e volere di uno dei due dove, in assenza di una preesistente disposizione testamentaria il compagno rimasto sarebbe paragonabile ad un perfetto estraneo per il nostro ordinamento. Emblematico il caso del compagno del cantante Lucio Dalla.               

Il trust si conferma istituto che, se pur non consolando le coppie che chiedono di essere riconosciute agli occhi dello Stato, rappresenta un palliativo quanto meno utile dal punto di vista dell'assistenza economica che non gli verrebbe altrimenti fornita dal nostro ordinamento alla stregua di quella che invece offre alle coppie sposate o anche separate. 

Ed anzi, l'istituto in questione trova terreno fertile proprio in quelle situazioni di vita familiare non fondate sul vincolo matrimoniale e prescindendone si presenta meno legato da vincoli giuridici.

Luna Granello - luna.granello@virgilio.it

Per un approfondimento sulla tematica del trust si segnala la tesi di questa autrice dal titolo:
"Trust e affidamenti fiduciari nella disciplina dei rapporti familiari"


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