Niente affidamento condiviso ai genitori incapaci di dialogare. Se mamma e papà non riescono a parlare tra loro i figli rischiano di essere sottoposti a stress. È quanto afferma la prima sezione civile della Corte di Cassazione (sentenza n. 5108 /2012) che ha respinto il ricorso di un padre separato che aveva chiesto di ripristinare l'affidamento condiviso. I giudici di piazza Cavour, ricostruendo la vicenda, hanno fatto notare come i due coniugi dopo la separazione avevano smesso di parlare tra loro e sottoposto la figlia a due turni a scuola, a due diverse attività sportive e persino a due diete alimentari diverse. Tutto questo aveva determinato nella figlia confusione e alterazione della sua condizione psicologica. Al momento della separazione il giudice aveva stabilito l'affidamento condiviso
ma successivamente, data la situazione, l'affidamento condiviso era stato revocato ed era stato disposto l'affidamento in via esclusiva alla madre cui veniva affidato anche l'esercizio esclusivo della potestà genitoriale. Ricorrendo in Cassazione il padre separato ha tentato di dimostrare che l'affido esclusivo alla madre avrebbe dato vita ad atti di prevaricazione del genitore affidatario. La Suprema Corte ha respinto il ricorso ed ha ritenuto legittimo il provvedimento di revoca dell'affidamento ad entrambi i coniugi proprio perché era emerso che l'affido condiviso era risultato nocivo per la minore "e possibile fonte di future patologie per la stessa, in quanto generante ansia, confusione e tensione e dunque irreprensibilmente concluso per la sussistenza di condizioni pregiudizievoli al suo interesse".

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