La tradizionale carrellata delle pronunce più significative della giurisprudenza sul Natale. Edizione 2017

di Redazione - Torna per il terzo anno l'appuntamento con "La giustizia sotto l'albero!", la carrellata delle pronunce più significative dei tribunali italiani sui temi natalizi.

Dalla condanna penale per chi stappa lo spumante e colpisce qualcuno in un occhio a quella per chi dimentica il proprio figlio in auto per fare i regali di Natale, al mancato risarcimento per la perdita della messa perduta, passando per il reato di molestie per aver dato della Befana, sono molte le vicende natalizie che sono arrivate all'attenzione della giurisprudenza italiana.

Ecco le pronunce più significative:

Anche un brindisi può diventare reato!

Attenti a stappare lo spumante per Capodanno, può valere una condanna penale! Se il tappo infatti colpisce l'occhio di un soggetto vicino scatta il reato di lesioni colpose. Lo ha stabilito la Cassazione, con la recente sentenza n. 32548/2016, condannando il titolare di un ristorante per il delitto di cui all'art. 590 c.p. per aver colpito una signora ad un occhio stappando una bottiglia di spumante in occasione di un brindisi.

Lasciare i figli in auto per fare i regali di Natale è abbandono di minore

Lasciare un bambino in auto per andare a fare lo shopping natalizio, vale una condanna per il reato di abbandono di minore. Anche in tal caso, lo ha sentenziato la Cassazione (cfr. n. 42254/2014) condannando una donna milanese che aveva lasciato la figlioletta di 4 anni in auto per comprare i regali. Decisivo per la Cassazione, il "periodo di tempo non trascurabile", in cui la povera bambina era rimasta chiusa in auto, in una situazione a rischio data la tenera età, l'orario serale e le temperature in atto. La piccola infatti era stata trovata dalle forze dell'ordine in preda alle lacrime e all'agitazione (leggi: "Lascia la figlia in auto e va a fare i regali di Natale. Per la Cassazione è reato di abbandono di minore").

Nessun risarcimento se perdi la messa di Natale

Natale con i tuoi e Pasqua con chi vuoi! Non è solo un detto, ma un vero e proprio diritto. Per cui se ci viene impedito di trascorrere le festività con i nostri cari, si ha diritto al risarcimento. Nessun ristoro invece se oltre al cenone, si perde anche la messa di Natale. A stabilirlo è una sentenza del Giudice di pace di Cagliari (n. 571/2012) che ha condannato la compagnia aerea a risarcire i danni al passeggero per non avergli consentito di passare le festività insieme alla sua famiglia. L'uomo è stato ristorato anche dei soldi spesi per comprare due "tristi" panini in aeroporto, al posto del cenone ricco di pietanze appetitose, ma per la messa perduta niente da fare. Nonostante egli avesse asserito di essere un fervente cattolico, non c'è alcuna compressione della libertà religiosa!

Dare della Befana è reato

In questa sentenza di qualche tempo fa, la Cassazione si è mossa per difendere la "povera" Befana che, nonostante ogni anno appenda calze ricche di prelibatezze o di doni (o carbone per i meno buoni) rimane sempre ugualmente bistrattata. Ma il Palazzaccio (sent. n. 2597/2013) ricorda che chiamare così qualcuno può costare molto caro. Confermata infatti la condanna per il reato di molestie nei confronti di una donna che aveva inviato due sms offensivi al telefono cellulare della cognata, dandole della befana. In realtà, i messaggi contenevano anche altri meno "simpatici" epiteti oltre alla rivelazione delle "corna" del marito, ma per gli Ermellini è il complessivo tenore dei messaggi a far ritenere integrato il reato, per aver arrecato molestia e disturbo alla persona offesa (leggi: "Anche la Befana, finisce in Cassazione"). 


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