La tragedia relativa al naufragio della nave da crociera Costa ha messo in moto diverse associazioni dei consumatori. Tra queste la ADUC, Associazione per i Diritti degli Utenti e Consumatori, che ricorda come secondo le norme del codice del consumo, il tempo limite entro il quale è possibile richiedere risarcimenti è di 10 giorni a partire dalla data del rientro. Coloro che la notte del 13 gennaio si trovavano a bordo della nave Costa Concordia, semiaffondata nei pressi dell'Isola del Giglio, possono rivendicare i loro diritti sulla base di tre motivazioni: rimborso di quanto pagato per il viaggio e, ovviamente, non usufruito, rimborso dei danni subiti, a causa del fatto che la stragrande maggioranza dei viaggiatori sono senza bagagli, effetti personali e documenti, e danno da vacanza rovinata
. Al fine di ottenere risarcimenti è però necessario attendere il palesamento dei motivi per il quale l'incidente si è verificato: in caso di motivazione fortuita la legge esclude infatti alcun tipo di rimborso, salvo quelli previsti da assicurazioni stipulate privatamente dai passeggeri o fornite dall'armatore, mentre lo prevede in caso di negligenza, motivazione più concreta allo stato attuale delle cose per quanto riguarda l'incidente della Costa Concordia. ADUC ricorda inoltre che l'interlocutore del viaggiatore è in questi casi il tour operator che ha fornito la vacanza, e non l'armatore, e la richiesta di rimborso va eseguita tramite raccomandata con ricevuta di ritorno sempre rispettando la scadenza di 10 giorni dal rientro, poiché in caso contrario si perderebbe il diritto al risarcimento in maniera inevitabile.

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