Con il termine "aborto" Si intende l'interruzione della gravidanza attraverso la rimozione dell'embrione dall'utero della gestante, sia che questo avvenga in maniera spontanea o in modo indotto. Sotto il profilo giuridico, l'interruzione volontaria ha interessato per molto tempo i dibattiti degli esponenti del diritto e si tratta di un tema ancora oggi spinoso, laddove si verifichino delle circostanze in grado di mettere in discussione il binomio libertà di scelta e tutela della vita.

In Italia, l'aborto è regolato dalla L. 194/1978 che è intervenuta in primis a depenalizzare un atto che in precedenza era fonte di una responsabilità penale e quindi severamente sanzionato.

Secondo quanto disposto da questo provvedimento, l'interruzione volontaria di gravidanza può essere effettuata entro e non oltre i primi tre mesi e necessita di una dichiarazione espressa della gestante in merito al consenso a ciò che sta per compiere. L'aborto può avvenire anche dopo il primo trimestre e fino ai 90 giorni della gravidanza, ma solo in casi estremamente particolari e cioè laddove la vita della madre e del feto stesso potrebbero essere a rischio per cause relative alla salute di uno di essi.

Vedi anche:

Aborto - guida legale sull'interruzione volontaria della gravidanza.