di Marina Crisafi - Dopo le dimissioni di Giorgio Napolitano il 14 gennaio scorso, è partita ufficialmente la corsa per il nuovo inquilino del Quirinale, ma il "toto nomi" sul futuro Presidente della Repubblica è già da tempo argomento di discussione su tv e giornali.

Oltre agli improbabili candidati che stanno facendo il giro del web e spopolano sui social network, nella rosa dei "papabili" al Colle ci sono molte personalità: uomini e donne di "illustre" e "chiara" fama, sul cui nome "super partes" potrebbe convergere la decisione delle Camere riunite per esprimere il proprio voto a partire dalla prima seduta del 29 gennaio.

 

Uomini vs Donne

Tra gli uomini, il nome che sembrerebbe mettere d'accordo veramente tutti è quello dell'ex premier e "totem" indiscusso del centro sinistra, Romano Prodi, sebbene "il professore" abbia già manifestato la sua intenzione di non accettare la candidatura, preferendo rimanere fuori dalla politica e continuare a girare il mondo (anche se per i più maligni non se la sente di rimettersi in gara dopo la delusione del 2013).

Altro papabile che, a detta di molti, farebbe piacere soprattutto alla Merkel che riuscirebbe così ad allontanarlo da Francoforte, sarebbe il presidente della Bce Mario Draghi, ma anche lui ha dichiarato di preferire restare alla guida della banca europea.

Tra le possibilità più autorevoli ci sono Raffaele Cantone, nome trasversale ai diversi partiti di recente posto a capo dell'Autorità nazionale anticorruzione e Ignazio Visco, attuale governatore di Bankitalia e noto economista.

Non mancano, come di consueto, le candidature "istituzionali", come quella del presidente del Senato, Piero Grasso, che sino all'elezione del nuovo capo dello Stato sarà, peraltro, "reggente" della carica, ma anche l'attuale ministro dell'economia Pier Carlo Padoan.

Nell'ambito dei candidati dell'area democrat, si segnalano gli ex segretari del partito, Walter Veltroni, Piero Fassino e Massimo D'Alema, mentre un nome gradito al M5S è quello di Ferdinando Imposimato, magistrato di lungo corso e presidente onorario aggiunto della Cassazione.

Si fanno largo anche Sergio Mattarella, più volte ministro e dal 2011 giudice costituzionale e Giuliano Amato, il cui nome spunta, in realtà, ad ogni elezione presidenziale. Di nuovo alla ribalta anche Stefano Rodotà, già protagonista delle ultime candidature e porte (ancora) aperte per Delrio e Casini, mentre a detta di molti, potrebbe avere più chance del previsto anche Pierluigi Bersani.

Sul versante femminile, invece, non sono in pochi a credere che nella corsa al Quirinale questa potrebbe essere la volta giusta di una donna, la prima in assoluto nella storia della Repubblica.

La più gettonata è senz'altro Emma Bonino, la quale, tuttavia, dopo aver dichiarato pubblicamente la propria malattia potrebbe essere ormai fuori dai giochi per motivi di salute.

Oltre alla leader radicale, in grado di raccogliere simpatie bipartisan, in seconda posizione c'è l'esponente del Pd Anna Finocchiaro, in possesso di un "curriculum" istituzionale di tutto rispetto.

Grosse chance potrebbe avere anche la terza carica dello stato, la presidente della Camera Laura Boldrini, inizialmente data come outsider ma le cui quotazioni potrebbero salire soprattutto dopo le già annunciate "fumate nere".

In pole position anche il ministro della difesa Roberta Pinotti e, tra gli esterni, la fisica Fabiola Gianotti e l'ingegnere astronauta Samantha Cristoforetti.

 

Gli improbabili

Non potevano mancare, come sempre, i candidati "improbabili", che stanno spopolando sul web e in particolare sui social network.

Per le community il numero uno è il cantante Gianni Morandi con svariate pagine di fan che toccano migliaia di iscritti, commenti e mi piace, ma a riscuotere consensi sono anche Giancarlo Magalli, Raffaella Carrà, Lino Banfi e Piero Angela.

Candidati improbabili sì, ma con tutte le carte in regola per raccogliere voti. Cosa avvenuta del resto anche nelle elezioni del 2013, quando dalla lettura delle schede emersero anche Sophia Loren, Fiorello, Valeria Marini, Giovanni Trapattoni e persino Rocco Siffredi, che fu dichiarato voto nullo perché non aveva raggiunto l'età.

Insomma la partita è ancora del tutto aperta e, aldilà dei nomi che i nostri parlamentari scriveranno per gioco o per ripicca (né più né meno di come fanno gli studenti a scuola!), tutti i candidati e gli outsider proposti potrebbero avere la propria chance nella corsa al Quirinale. E ciò richiederà diversi scrutini (almeno 4, a detta del premier, per poter fare sul serio), prima di giungere ad una scelta che metta d'accordo tutti sul profilo istituzionale adeguato del nuovo presidente della Repubblica.

 

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