La Terza Sezione Penale della Corte di Cassazione (Sent. 32440/2003) ha stabilito che la persona che ricarica il proprio telefonino utilizzando indebitamente codici di accesso sottratti al legittimo proprietario, viola la legge antiriciclaggio. I Giudici di Piazza Cavour hanno infatti precisato che la tessera di ricarica del telefono, che ha il fine di abilitare alla prestazione dei servizi telefonici, costituisce un documento analogo alle carte di credito o di pagamento e, la condotta del soggetto che la utilizza indebitamente, integra una palese violazione dell'art. 12 del decreto-legge 3 maggio 1991 n. 143 convertito in legge 197/91(c.d. "legge antiriciclaggio").

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