La Corte nella parte motiva della sentenza ha chiarito che una simile somma, liquidata dai giudici della Corte d'Appello a titolo di risarcimento del danno morale, "appare congruamente quantificata e giustificata in relazione alla lunga protrazione delle condotte lesive e alla rilevanza ed intensita' del pregiudizio che notoriamente le molestie insistentemente realizzate con il mezzo del telefono recano al bene giuridico della tranquillita' individuale".
A nulla è valso il Ricorso in Cassazione della donna che lamentava l'eccessività del danno morale liquidato. La Corte, infatti, respingendo il ricorso, ha messo in evidenza che le chiamate mute erano state "oggettivamente allarmanti". Di quì la condanna a 12.000 euro di risarcimento, pari a circa 400 euro al giorno, per gli squilli indesiderati che erano durati un mese intero.
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