Il nuovo regolamento europeo che mira a contrastare gli abusi sui minori online rischia di mettere a rischio la riservatezza delle comunicazioni digitali avallando una sorveglianza di massa su mail e conversazioni in tutta l'Ue

Regolamento Chatcontrol: la sorveglianza di massa arriva in Europa?

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La lotta alla pedopornografia passa attraverso un regolamento che non ha mancato di sollevare critiche e preoccupazioni in quanto potrebbe integrare il primo esempio di sorveglianza di massa nell'Unione Europea.


In sostanza, per scongiurare gli abusi su minori online si è scelto un meccanismo derogatorio del divieto di sorveglianza massiva dell'utenza di cui alla Direttiva ePrivacy e che, secondo alcuni, rischia di compromettere le comunicazioni digitali e il diritto alla riservatezza. Per questo motivo il provvedimento è stato ribattezzato come Regolamento "ChatControl". Ma andiamo per gradi.

Cos'è il Regolamento ChatControl e cosa comporta

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Nella prima settimana del mese di luglio del 2021 il Parlamento europeo ha approvato un regolamento (qui sotto allegato) volto a prevenire e contrastare gli abusi sessuali sui minori online. L'approvazione del regolamento fa seguito all'accordo informale raggiunto con il Consiglio il 29 aprile 2021.


Si tratta di un accordo provvisorio, soggetto all'approvazione del Consiglio, che dovrà dunque essere presentato al Comitato dei rappresentanti permanenti (Coreper) per il via libera definitivo. Dopo la formale adozione da parte del Consiglio, il provvedimento sarà poi pubblicato sulla Gazzetta ufficiale dell'UE ed entrerà in vigore il terzo giorno successivo alla sua pubblicazione.

Il regolamento in esame introduce alcune norme temporanee che consentono ai fornitori di servizi di comunicazione elettronica, quali i servizi di posta elettronica e di messaggistica basati sul web (ad. es. come, ad esempio, Whatsapp, Messenger, Telegram ed altri), di individuare, rimuovere e segnalare volontariamente i casi di abusi sessuali sui minori online, anche per quanto riguarda la lotta all'adescamento, in quanto viene permesso l'utilizzo di tecnologie a scansione per contrastare i tentativi di abuso dei minori.

In pratica, per consentire ai fornitori di effettuare, su base volontaria, questo controllo maggiormente intensificato delle chat presenti sulle proprie piattaforme al fine di individuare potenziali contenuti pedopornografici e segnalare ipotesi di reato alle forze di polizia competenti, l'accordo prevede espressamente una deroga all'articolo 5, paragrafo 1, e all'articolo 6, paragrafo 1, della Direttiva ePrivacy, che tutela la riservatezza delle comunicazioni e dei dati relativi al traffico online.

La norma derogata prevede un generale divieto di ascolto, captazione, memorizzazione e altre forme di intercettazione o di sorveglianza delle comunicazioni, e dei relativi dati sul traffico, ad opera di persone diverse dagli utenti, senza consenso di questi ultimi, eccetto che per i provider che a ciò siano stati espressamente autorizzati dalla legge.

La deroga alla Direttiva ePrivacy

Il Regolamento "ChatControl" chiarisce, tuttavia, che nonostante la deroga continueranno ad applicarsi in ogni caso la Carta dei diritti fondamentali e il GDPR e che saranno previste delle garanzie aggiuntive ch avranno l'obiettivo di assicurare il rispetto della riservatezza online.

Dunque, secondo le nuove norme, i fornitori di servizi di webmail, chat e messaggistica potranno decidere di continuare a individuare, rimuovere e denunciare abusi sessuali sui minori online. Potranno anche adottare misure per contrastare il cyber grooming e segnalare i presunti abusi alle autorità di contrasto e giudiziarie o alle organizzazioni che agiscono nell'interesse pubblico contro l'abuso sessuale sui minori.

Dovranno però utilizzare tecnologie quanto più rispettose della privacy e meno intrusive possibili, in ottemperanza alle norme a tutela dei dati personali. Il trattamento dei dati dovrà essere proporzionato e limitato alle tecnologie utilizzate dai provider per la sola finalità della prevenzione dei reati di pedopornografia e adescamento di minori.

I sistemi di analisi non dovranno essere in grado di comprendere la sostanza del contenuto, ma limitarsi a rilevare gli schemi indicanti potenziali casi di abusi sessuali sui minori in rete. Tuttavia, qualora a seguito dell'analisi non venisse rilevato alcun abuso sessuale sui minori, i dati raccolti dovranno essere cancellati immediatamente.

I deputati hanno per insistito anche per la creazione di procedure appropriate e meccanismi di ricorso volti a garantire che i cittadini possano presentare reclami se ritengono che i loro diritti alla privacy siano stati violati. Le autorità nazionali di protezione dei dati avranno un controllo migliore delle tecnologie utilizzate dai fornitori di servizi sul web, grazie a una previa valutazione d'impatto e a procedure di consultazione.

Applicazione temporanea

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Il regolamento-deroga avrà un'applicazione temporanea, ovvero si applicherà fino all'entrata in vigore della normativa permanente in materia che la Commissione europea ha già annunciato.

In particolare, già da luglio 2020 la Commissione ha annunciato l'intenzione di presentare una proposta contenente soluzioni a lungo termine per la lotta contro gli abusi sessuali sui minori online nel corso del 2021.

La stessa Commissione ha poi manifestato l'intenzione di predisporre, entro il secondo trimestre del 2021, la normativa generale per il contrasto degli abusi che andrà a sostituire la misura temporanea e il regolamento, istituendo misure obbligatorie per individuare e segnalare gli abusi sessuali sui minori.

Ciò al fine di apportare maggiore chiarezza e certezza al lavoro delle autorità di contrasto come pure dei soggetti interessati nel settore privato in relazione alla lotta agli abusi online, garantendo nel contempo il rispetto dei diritti fondamentali degli utenti, tra cui in particolare il diritto alla libertà di espressione e di opinione, la protezione dei dati personali e della vita privata, e prevedendo meccanismi che garantiscano la responsabilità e la trasparenza.

Ed è per questi motivi che è previsto che il regolamento provvisorio "ChatControl" si applichi per tre anni oppure fino a una data anteriore qualora lo strumento giuridico permanente venga adottato precedentemente dai legislatori con effetto abrogativo delle norme temporanee.

La lotta contro gli abusi sessuali sui minori online

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L'intento perseguito dal legislatore europeo è sicuramente lodevole in quanto mira a porre un freno a un fenomeno sgradevole che negli ultimi tempi ha registrato una ulteriore maggior diffusione. Secondo i dati dell'Europol, la pandemia di COVID-19 ha infatti contribuito all'aumento del già alto numero di casi riguardanti abusi sessuali di minori su internet, complici le recenti misure di confinamento che hanno implementato il tempo trascorso in rete dai più giovani, spesso senza supervisione, rendendoli così più esposti alle pratiche di sfruttamento.

Pertanto, gli autori di abusi sessuali hanno approfittato della situazione pandemica per adescare le potenziali vittime tra i minori e i dati mostrano anche un aumento dei casi di estorsioni a sfondo sessuale e di cyber-grooming, la pratica consistente nel simulare un legame di amicizia con un minore, allo scopo di commettere abusi sessuali ai suoi danni.

Le tecnologie digitali da un lato hanno facilitato il compito ai criminali, permettendogli di raggiungere più facilmente i minori tramite l'uso di webcam, dispositivi connessi e chat room sui social media e nei videogiochi e, dall'altro ne hanno garantito l'anonimato grazie all'uso di tecnologie come il cloud computing e il dark web.

Le critiche al Regolamento ChatControl

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Tuttavia, nonostante il legittimo obiettivo perseguito dall'UE, non sono mancate aperte critiche in merito alle conseguenze e ai rischi per gli utenti che potrà avere la concreta applicazione del Regolamento. In particolare, si teme il fatto che il provvedimento consenta ai provider dei servizi di comunicazione a effettuare controlli sistematici e massivi del contenuto delle chat private e di tutte le comunicazioni, seppur con l'obiettivo di individuare i soli contenuti relativi ad abusi su minori online.


Si teme che il controllo delle comunicazioni riservate e private possa entrare in conflitto e rendere particolarmente vulnerabili altri diritti fondamentali dei cittadini europei, come quello alla tutela dei dati personali e al rispetto della vita privata.


Infatti, per effetto del regolamento tutte le conversazioni, le email e le chat potranno essere sottoposte a controlli automatici da parte di algoritmi e sistemi di intelligenza artificiale che le setacceranno alla ricerca dei contenuti "sospetti", senza necessità di autorizzazioni da parte di un giudice.


Tali contenuti (comprese foto private e intime e messaggi a sfondo sessuale) potranno poi essere visionati dal personale delle società che forniscono il servizio di messaggistica e dalle autorità di polizia. Oltre a rendere i dati particolarmente vulnerabili, non manca il timore che si possa incorrere in errori umani e segnalazione di messaggi e chat che non costituiscono ipotesi di reato o abusi.

Eurodeputati dissenzienti

Voci dissenzienti si sono sollevate anche tra gli stessi eurodeputati, nonostante il Regolamento sia stato approvato con ben 537 voti favorevoli (133 i contrari e 24 le astensioni), e tra questi emergono gli esponenti del Partito Pirata Europeo.


Il relatore ombra Patrick Breyer ha fortemente criticato la decisione e l'utilizzo di sistemi di intelligenza artificiale, affermando che il regolamento "comporta che tutte le nostre e-mail e messaggi privati ??saranno soggetti a sorveglianza di massa in tempo reale privatizzata utilizzando macchine di incriminazione soggette a errori che infliggono danni collaterali devastanti a utenti, bambini e vittime allo stesso modo".


Secondo Breyer, "innumerevoli cittadini innocenti verranno sospettati di aver commesso un crimine, i minorenni vedranno nudi da loro inviati (sexting) cadere in mani sbagliate, le vittime di abusi perderanno canali sicuri per la consulenza. Questo regolamento stabilisce un terribile precedente ed è il risultato di una campagna di disinformazione e ricatto morale da parte di attori stranieri. Scatenare tali macchine di denuncia è inefficace, illegale e irresponsabile. Sta usando metodi totalitari in una democrazia".


Anche Marcel Kolaja, eurodeputato del Partito Pirata e vicepresidente del Parlamento europeo, ha parlato di "danno irrevocabile al nostro diritto fondamentale alla privacy" e ha soggiunto come "il monitoraggio su piattaforme di grandi dimensioni porterà solo i criminali a spostarsi su piattaforme in cui il controllo della chat sarà tecnicamente impossibile. Di conseguenza, persone innocenti verranno ficcanaso su base giornaliera mentre il tentativo di rintracciare i criminali fallirà".

Scarica pdf Regolamento Parlamento Europeo ChatControl

Foto: 123rf.com
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