Con le consultazioni, nella prassi, prende il via la procedura di formazione di un nuovo Governo. A seconda dei casi, possono essere più o meno articolate

Le consultazioni di gennaio 2021

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La caduta del Governo Conte bis e tutto il fervore politico che sta animando la fase di formazione di un nuovo Governo sono accompagnati da un termine ricorrente: le consultazioni (leggi anche Governo: incarico a Draghi).

Ci sono state quelle personali del Presidente della Repubblica Mattarella, alle quali è seguito il mandato esplorativo affidato al presidente della Camera dei deputati Roberto Fico, e, poi, quelle del premier tecnico incaricato e non ancora confermato Mario Draghi.

Per tentare di comprendere un po' meglio ciò che sta accadendo, cerchiamo di capire in questa sede cosa sono effettivamente le consultazioni.

Le fasi di formazione del Governo

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Per dare una risposta all'interrogativo, partiamo dal dato costituzionale: l'articolo 92, in maniera molto concisa, prevede che "Il Presidente della Repubblica nomina il Presidente del Consiglio dei ministri e, su proposta di questo, i ministri".

Si tratta della norma di riferimento per la formazione del Governo, che, secondo il dato letterale della Costituzione, sembrerebbe non essere oggetto di un vero e proprio procedimento. Nei fatti, però, non è così.

Nella prassi, la formazione del Governo si distingue infatti in tre fasi:

  • consultazioni,
  • incarico,
  • nomina.

A cosa servono le consultazioni

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Le consultazioni costituiscono, quindi, la fase preparatoria per la formazione del Governo e consistono in diversi incontri che il Presidente della Repubblica svolge con i principali attori politici per individuare il potenziale premier.

Ad esse si procede dopo ogni elezione e dopo ogni crisi di Governo per verificare la presenza di una maggioranza parlamentare in grado di sostenere e, di conseguenza, far lavorare adeguatamente l'esecutivo.

Come si svolgono le consultazioni

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Sebbene le consultazioni non siano altro che una prassi, il cui svolgimento non è regolamentato e può modificarsi nel tempo, possiamo dire che di norma il Presidente della Repubblica vi provvede convocando, innanzitutto, i presidenti del Senato e della Camera dei deputati e, poi, le delegazioni politiche formate dai capi dei gruppi parlamentari, dai leader dei vari partiti e dai rappresentanti delle diverse coalizioni.

A questo punto prende il via una serie di incontri che non hanno una durata predeterminata, ma si protraggono sino a quando il Capo dello Stato, alternativamente:

  • individui una maggioranza idonea a sostenere l'esecutivo;
  • assegni un mandato esplorativo, di norma a uno dei presidenti delle Camere, per verificare la possibilità di ottenere una maggioranza di Governo.

Conclusione delle consultazioni

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Quando le consultazioni terminano lasciando emergere la presenza di una maggioranza o la possibilità che la stessa si formi, il Presidente della Repubblica convoca la personalità individuata come potenziale premier per conferirle l'incarico della formazione del nuovo Governo.

A questo punto è possibile che il Presidente del Consiglio incaricato dal Capo dello Stato accetti o accetti con riserva. In tale seconda ipotesi, si procede a un confronto diretto tra il potenziale premier e le forze politiche teso ad accertare l'effettiva presenza di una maggioranza di Governo.

Fallimento delle consultazioni

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Se le forze politiche non raggiungono un accordo a seguito delle consultazioni, il Presidente della Repubblica scioglie le Camere e indice le elezioni anticipate.

Non si procede a elezioni anticipate in due ipotesi:

  • ci si trovi nel semestre bianco;
  • vi siano particolari situazioni di emergenza che rendano opportuna la formazione di un Governo cd. tecnico, ovverosia la formazione di un Governo guidato da una personalità con spiccate capacità tecniche ed estranee alle forze politiche parlamentari.

Valeria Zeppilli

Foto: 123rf.com
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