Ciascun componente dell'equipe medica deve vigilare sull'attività altrui ma non è tenuto a raccomandare costantemente il rispetto delle regole cautelari

La vigilanza nell'intervento chirurgico in equipe

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Nel corso di un intervento chirurgico in equipe, i sanitari non possono limitarsi a svolgere le funzioni specifiche che sono loro affidate: su ciascuno grava altresì l'obbligo di controllare che anche gli altri stiano eseguendo le attività di propria competenza in maniera corretta.

Se, poi, nel corso di tale attività di "vigilanza" vengono rilevati errori evidenti e non settoriali e questi possono essere emendati con l'ausilio delle conoscenze scientifiche comuni del professionista medio, agli stessi è necessario porre rimedio.

Il principio dell'affidamento

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Questo principio di carattere generale è stato riaffermato dalla Corte d'appello di Milano nella sentenza n. 1877/2020 qui sotto allegata, che, tuttavia, ne ha anche precisato i confini.

In particolare, la predetta regola lascia spazio al diverso principio di affidamento durante tutte le fasi dell'intervento in cui ciascun operatore sanitario ha un ruolo e un compito nettamente distinti rispetto a quelli degli altri: in tali fasi, dell'errore o dell'omissione eventualmente verificatisi può essere chiamato a rispondere esclusivamente chi abbia in quel momento la direzione dell'intervento o chi abbia commesso un errore che può essere riferito esclusivamente alle sue competenze specifiche.

Il medico non è tenuto a invadere gli spazi di competenza altrui

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In altre parole, come già affermato dalla Corte di cassazione nella precedente pronuncia n. 22007/2018, non è possibile "trasformare l'onere di vigilanza in un obbligo generalizzato di costante raccomandazione al rispetto delle regole cautelari e di invasione negli spazi di competenza altrui".

Scarica pdf sentenza Corte d’appello di Milano n. 1877/2020
Valeria Zeppilli

Foto: 123rf.com
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