Con un decreto legge l'esecutivo stanzia 900 milioni di euro a Invitalia per rafforzare MCC e salvare la Banca Popolare di Bari. I consumatori insorgono. Ecco le tappe della vicenda

di Lucia Izzo - L'intervento del Governo salva la Banca Popolare di Bari (BPB). Ieri, 15 dicembre 2019, il Consiglio dei Ministri si è riunito e, su proposta del Presidente Giuseppe Conte e del Ministro dell'economia e delle finanze, Roberto Gualtieri, ha approvato un decreto-legge (qui sotto allegato) che introduce misure urgenti per il sostegno al sistema creditizio del Mezzogiorno e per la realizzazione di una banca di investimento, pubblicato in G.U. n. 294 del 16 dicembre 2019.

Stanziati 900 milioni di euro a Invitalia

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Il decreto dispone il potenziamento delle capacità patrimoniali e finanziarie della Banca del Mezzogiorno-Mediocredito Centrale (MCC) prevedendo che il MEF possa assegnare a Invitalia (società al 100% di proprietà del MEF) contributi in conto capitale, fino a un massimo di 900 milioni di euro per il 2020, affinché MCC possa operare quale banca di investimento che possa accompagnare la crescita e la competitività delle imprese italiane.

Tali somme, si legge nel testo, saranno interamente finalizzate al rafforzamento patrimoniale di MCC, affinché questa promuova, secondo logiche, criteri e condizioni di mercato, lo sviluppo di attività finanziarie e di investimento, anche a sostegno delle imprese nel Mezzogiorno, da realizzarsi mediante operazioni finanziarie, anche attraverso il ricorso all'acquisizione di partecipazioni al capacitale di società bancarie e finanziarie (di norma società per azioni) e nella prospettiva di ulteriori possibili operazioni di razionalizzazione di tali partecipazioni.

Un decreto per salvare Banca Popolare di Bari

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Nell'ambito e in linea con la suddetta missione, si legge nel Comunicato Stampa diffuso dall'Esecutivo, in base al decreto verrà disposto un aumento di capitale che consentirà a MCC, insieme con il Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi (FITD) e ad eventuali altri investitori, di partecipare al rilancio della Banca Popolare di Bari (BPB), confermando così la determinazione del Governo nel tutelare i risparmiatori, le famiglie, e le imprese supportate dalla BPB.

Quest'ultima è stata sottoposta venerdì 13 dicembre alla procedura di Amministrazione Straordinaria da parte della Banca d'Italia. Tale decisione agevolerà il raggiungimento degli obiettivi di rafforzamento della BPB.

Gli amministratori straordinari della BPB stanno proseguendo le negoziazioni già avviate con il MCC e il FITD per la stipula di un "Accordo Quadro", contenente tra l'altro le linee strategiche del piano industriale per il rilancio della banca, il recupero del suo equilibrio economico e patrimoniale, e l'assunzione da parte della stessa di un ruolo centrale nel finanziamento dell'economia del Mezzogiorno.

Di Maio: "Salvi i cittadini, nessuna pietà per i manager"

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Il tema ha provocato non poche tensioni tra i soci della maggioranza, tanto che in serata, poco prima dell'inizio del Cdm

"Sono salvi i risparmi dei cittadini, nessuna pietà per i manager disonesti e gli amici degli amici. Il dl sulla Banca Popolare di Bari che abbiamo approvato ieri sera in Consiglio dei Ministri aiuta solamente i risparmiatori, anche se vi diranno il contrario. La verità è che da quando il MoVimento 5 Stelle è al governo, le cose si fanno diversamente" ha scritto su Facebook Luigi Di Maio.

"Positiva l'approvazione del decreto" ha dichiarato, invece, il ministro dell'Economia, Roberto Gualtieri al termine del Consiglio dei Ministri: "il governo è al fianco dei risparmiatori e dei dipendenti della Banca Popolare di Bari e delle imprese da questa sostenute ed è impegnato per il suo rilancio a beneficio dell'economia del Mezzogiorno".

Federconsumatori: richieste rimaste inascoltate

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Anche le associazioni dei Consumatori hanno espresso il loro punto di vista sull'intervento. "Sono oltre cinque anni che portiamo avanti iniziative, denunce pubbliche ed esposti alla Consob e alla Banca d'Italia per false comunicazioni sociali, per falso in prospetto, falso in bilancio e 'scavalcati'" ha commentato Federconsumatori.

La Federazione ha sottolineato come siano "rimaste inascoltate le richieste di interventi straordinari per mettere in sicurezza il più grande istituto di credito del Mezzogiorno, il cui fallimento avrebbe conseguenze insostenibili non solo per le famiglie dei risparmiatori, ma per l'intero tessuto sociale ed economico del Centro-Sud Italia".

"Quello che è avvenuto non ha fatto altro che aggiungere un ulteriore tassello alla allarmante situazione di sfiducia che i cittadini nutrono verso il sistema bancario" afferma Emilio Viafora, Presidente Federconsumatori parlando di "una tendenza del tutto controproducente e dannosa, specialmente in una fase delicata in cui proprio il sistema bancario dovrebbe rendersi protagonista dello sviluppo del Paese".

Codacons presenta un esposto contro Banca d'Italia

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Per il Codacons il salvataggio della BPB non è sufficiente, poiché i risparmiatori hanno diritto a ottenere il risarcimento dei danni subiti. A tale scopo l'associazione ha presentato un esposto contro Banca d'Italia sul caso della Popolare di Bari alle Procure di Bari e di Roma (nonché di Teramo e Reggio Calabria) in cui si chiede di "accertare il ruolo avuto dall'ente di controllo nella grave situazione di crisi della banca, alla luce delle varie operazioni autorizzate e che hanno incrementato le difficoltà dell'istituto di credito".

Il Codacons chiede che venga verificata l'omessa vigilanza di Bankitalia o, addirittura, un "concorso" nel crack della Popolare di Bari: "appare inaccettabile, infatti, che la Banca d'Italia non abbia svolto la propria opera di controllo e, anzi, abbia consentito di acquisire ulteriori istituti con criticità abnormi che, sommati alle criticità accertate della banca pugliese, oggi, finiscono per ripercuotersi sui risparmi di oltre 70mila soci".

Anche la Federazione Consumatori Italiana, di cui fanno parte Aeci, Aiace, Codici e Konsumer, mira all'azione collettiva: "Gli azionisti sono stati indotti a fare un investimento che in realtà era azzardato e speculativo - sottolinea la FCI - hanno ricevuto prospetti informativi insufficienti, accompagnati da rassicurazioni sulla possibilità di rivendere le azioni che purtroppo per molti non si è concretizzata".

"La nostra richiesta è molto semplice e netta - ha concluso la Federazione - devono essere rimborsati e, in caso di illeciti, risarciti per il danno subito".

Scarica pdf D.L. 16 dicembre 2019, n. 142

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