La sicurezza delle cure sanitarie è una parte fondamentale del diritto alla salute dei pazienti. Quali sono i rischi infettivi e il ricorso alla giustizia
Avv. Francesco Pandolfi - Una persona che entra in ospedale o accede ad una qualsiasi struttura sanitaria, pubblica o privata, per la cura e la risoluzione del suo problema, si dovrebbe aspettare un elevato livello di assistenza, sempre.


La salute della persona come bene primario

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In gioco infatti, come abbiamo detto, c'è la salute di quel paziente, che è un bene primario, assoluto, costituzionalmente protetto.

Invece abbastanza spesso la prestazione sanitaria, nel suo complesso, deraglia verso uno standard mediocre e produce danni alla persona.

Le infezioni da prestazioni sanitarie

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I dati che abbiamo a disposizione su questo fenomeno parlano chiaro: senza volerli qui esprimere con i numeri, possiamo limitarci a dire che le infezioni ospedaliere sono una specie di guerra silenziosa, che produce morti e feriti in tutta Europa e, dunque, in Italia.

Le infezioni ospedaliere sono la complicanza più frequente e grave dell'assistenza sanitaria.

Parliamo di quelle infezioni che nascono durante il ricovero in ospedale, o dopo le dimissioni del paziente, infezioni che al momento dell'ingresso non erano manifeste clinicamente, né erano in incubazione.

Il diffondersi a macchia d'olio di queste pericolose infezioni deriva, secondo quanto sostiene il portale epidemiologico per la sanità pubblica, dalla progressiva introduzione di nuove tecnologie sanitarie che, se da una parte sono utili a garantire la sopravvivenza per i pazienti ad alto rischio di infezioni, dall'altra consentono l'ingresso dei microrganismi anche in sedi corporee normalmente sterili.

Il problema è però, purtroppo, più ampio: non secondaria infatti è l'emergenza di ceppi batterici resistenti agli antibiotici, visto il largo uso di questi farmaci a scopo profilattico o terapeutico.

In aggiunta, bisogna considerare che negli ultimi 25 anni l'assistenza sanitaria è cambiata radicalmente, in Europa come in Italia: prima il luogo elettivo per le cure era l'ospedale; oggi l'assistenza sanitaria è estesa ad ambienti extra-ospedalieri, come le residenze sanitarie assistite per anziani, senza ovviamente trascurare l'assistenza domiciliare e ambulatoriale.

Quali sono i meccanismi di trasmissione dell'infezione

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I meccanismi di trasmissione delle infezioni dipendenti dall'assistenza sanitaria sono essenzialmente cinque:

- la persona infetta tocca la persona sana;

- la tosse o lo starnuto di una persona infetta, che passa all'individuo sano la gocciolina emessa;

- uno strumento contaminato: l'endoscopio, o qualsiasi altro strumento chirurgico;

- il veicolo contaminato: cibo, sangue, liquidi di infusione, disinfettanti, o altro;

- la via aerea.

La prevenzione

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La strada per una vera prevenzione, su questo fronte, purtroppo è ancora lunga da percorrere.

La strategia che tutto il personale sanitario dovrebbe adottare con attenzione maniacale è la sorveglianza selettiva, con il focus rivolto alle infezioni connesse alla qualità dell'assistenza sanitaria.

Bisogna sapere che le infezioni connesse all'assistenza sanitaria hanno un costo elevato, sia in termini di salute che economici, tanto per il paziente quanto per la struttura ospitante: ecco perché è necessario adottare pratiche assistenziali sicure, in grado di prevenire o controllare la trasmissione di infezioni sia in ospedale che in tutte le strutture sanitarie non ospedaliere.

Il ricorso alla giustizia

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Al verificarsi di un danno da infezione nosocomiale, le persone interessate si devono rivolgere ad un avvocato e, quindi, ad un giudice; abbastanza spesso le richieste di conciliazione delle vertenze legali vengono ostacolate dal comportamento della clinica e dell'impresa assicuratrice che copre la responsabilità civile per questo tipo di danni, mediante una loro comunicazione di contestazione o di non voler prendere parte attiva alla mediazione obbligatoria che precede il ricorso alla magistratura.

I Tribunali e le Corti di Appello italiane, però, sono ben attrezzate e preparate per gestire queste pratiche così complesse e delicate, tanto è vero che spesso la Cassazione conferma la bontà dell'accertamento di merito compiuto nelle fasi processuali antecedenti (es. Cass. Terza Sez. civ, sentenza n. 8995/2015).

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Francesco Pandolfi
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Si occupa principalmente di Diritto Militare in ambito amministrativo, penale, civile e disciplinare ed и autore di numerose pubblicazioni in materia.
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