In vigore dal 2023 la riforma della Politica Agricola Comune (PAC) che identifica l'insieme delle regole e dei meccanismi con cui l'UE ha regolamentato il comparto agricolo nei Paesi membri

Riforma della PAC in vigore dal 2023

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Il 23 novembre 2021 il Parlamento europeo ha approvato il compromesso raggiunto in sede di triloghi sui tre schemi di regolamento (sotto allegati), che il Consiglio deve approvare i primi di dicembre per poi procedere alla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.

PAC post 2020

Il percorso che ha portato alla recente riforma ha inizio il 20 ottobre 2020, quando il Consiglio dei Ministri UE ha concordato un orientamento generale sul pacchetto di riforma della PAC post-2020 per il periodo 2021-2027. Sulle risoluzioni relative alla nuova PAC è poi intervenuto il voto del Parlamento Europeo. Sono quindi iniziati i negoziati, stante la necessità di un accordo, come anticipato, nell'ambito del trilogo istituzionale Consiglio-Parlamento-Commissione. Il negoziato sul Quadro Finanziario Pluriennale ha però reso necessario un periodo di transizione anche per attenuare il passaggio con la futura PAC, ragione per la quale è stato adottato come regolamento transitorio il n. 2020/2220 del 23 dicembre 2020 - che proroga al 31 dicembre 2022 il quadro regolamentare della PAC attuale.

Ecco gli obiettivi tematici che sono stati elaborati per la PAC post 2020:

- sostegno ai redditi agricoli, alla resilienza del settore e alla sicurezza alimentare;

- orientamento al mercato e competitività, mediante investimenti in ricerca, tecnologia e digitalizzazione,

- rafforzamento della posizione degli agricoltori nella catena del valore,

- contributo al contrasto dei cambiamenti climatici e alla transizione energetica,

- sviluppo sostenibile e gestione efficiente delle risorse naturali,

- contributo alla protezione della biodiversità, degli habitat e dei paesaggi,

- attrazione di giovani agricoltori e sostegno all'attività imprenditoriale nelle aree rurali,

- promozione dell'occupazione, della crescita, dell'inclusione sociale e dello sviluppo locale,

- contributo dell'agricoltura alle sfide sociali collegate ad alimentazione, salute e benessere animale.

La riforma della PAC

La recente riforma punta l'attenzione sui piani strategici nazionali, che gli Stati devono redigere e che sono finanziati dal Fondo europeo agricolo di garanzia (FEAGA) e dal Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR).

Nei piani strategici ogni Stato dovrà porre l'accento sugli aiuti agli agricoltori in attività, sull'agricoltura come settore strettamente connesso all'economia complessiva e sulla parità del lavoro di uomini e donne, senza trascurare la digitalizzazione. L'agricoltura assume così anche un valore sociale, oltrechè ambientale, tanto è vero che gli Stati devono introdurre nei piani meccanismi di premialità per evitare che i fondi finiscano nella mani di quegli agricoltori che non rispettano i diritti dei lavoratori.

Occorre aiutare anche i giovani agricoltori a modernizzare le aziende agricole per renderle sostenibili nel lungo termine. Ancora sostegno agli agricoltori, l'incremento della produttività infatti deve andare di pari passo con l'incremento reddituale di chi lavora nell'agricoltura.

I singoli piani strategici devono inoltre salvaguardare la dimensione comune dell'agricoltura ed evitare distorsioni concorrenziali a livello Europeo tra i vari Stati.

Questi solo alcuni degli obiettivi della PAC. Vediamo però ora che cos'è più nel dettaglio per comprendere al meglio anche le ragioni della recente riforma.

In cosa consiste la PAC

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Ricordiamo che la PAC ossia la Politica agricola Comune UE, è uno dei pilastri dell'economia in ambito europeo. Sin dall'istituzione del mercato comune, con il trattato di Roma del 1958, l'agricoltura si è infatti imposta come una tematica essenziale. L'Europa in quel periodo si trovava a fronteggiare la carenza alimentare successiva alla seconda guerra mondiale. La priorità era quindi quella di assicurare un approvvigionamento sicuro (e a prezzi ragionevoli) di derrate alimentari e un tenore di vita equo per gli agricoltori.

All'epoca occorreva sopprimere i meccanismi d'intervento nazionali, incompatibili con il mercato comune, e trasporli al livello comunitario ed è stata questa la ragione fondamentale della nascita della PAC, avvenuta nel 1962.

La Politica Agricola Comune (PAC) identifica l'insieme delle regole e dei meccanismi con cui l'Unione europea, fin dalla sua nascita, ha regolamentato il comparto agricolo la cui centralità è stata riconosciuta sin dagli albori del fenomeno comunitario per uno sviluppo equo e stabile dei Paesi membri. Ed è per questo che, ancora oggi, la PAC rappresenta una delle politiche comunitarie di maggiore importanza: prevista dal Trattato istitutivo delle Comunità, la PAC impiega circa il 39% del bilancio UE.

Come funziona la PAC

La PAC è una politica dinamica, che attraverso riforme successive, si è adattata alle nuove sfide che si pongono all'agricoltura europea. L'UE ha creato ed attuato la PAC per far fronte a nuove sfide. Oggi, infatti, rispetto al passato, gli obiettivi della PAC sono sicuramente mutati.

Si punta, ad esempio, ad aiutare gli agricoltori nella produzione di quantità di cibo sufficienti per l'Europa e ad assicurare loro un tenore di vita quo, proteggendoli dalle crisi di mercato e dagli squilibri all'interno della filiera alimentare, affrontando le fluttuazioni dei mercati globali e la volatilità dei prezzi, dalle crisi di mercato e dagli squilibri all'interno della filiera alimentare.

Si mira anche a fornire sicurezza alimentare a tutti i cittadini europei, garantendo cibi sicuri e di qualità a prezzi accessibili, si investe nell'ammodernamento delle fattorie, nella tutela dell'ambiente, del benessere degli animali e della biodiversità, a mitigare i cambiamenti climatici, attraverso uno sfruttamento sostenibile delle risorse ambientali.

Gli obiettivi della PAC

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Gli obiettivi della PAC, stabiliti dall'art. 39 del Trattato sul Funzionamento dell'Unione europea sono i seguenti:

- incrementare la produttività dell'agricoltura;

- assicurare un tenore di vita equo alla popolazione agricola;

- stabilizzare i mercati;

- garantire la sicurezza degli approvvigionamenti;

- assicurare prezzi ragionevoli ai consumatori.

Tali obiettivi, rimasti pressoché inalterati sin dalla trattato di Roma, sono al tempo stesso economici e sociali, nonché intesi a tutelare sia gli interessi sia dei produttori che dei consumatori.

Giurisprudenza consolidata ritiene che gli obiettivi della PAC possano non essere raggiunti tutti simultaneamente e integralmente; pertanto, il legislatore dell'UE ha un ampio margine di manovra nella scelta degli strumenti e della portata delle riforme, in funzione dell'evoluzione dei mercati e delle priorità stabilite dalle istituzioni europee in un dato momento.

Accanto agli obiettivi specifici della PAC stabiliti dal TFUE, inoltre, altri obiettivi applicabili all'insieme delle politiche e delle azioni dell'UE si ricavano da altre numerose disposizioni del trattato.

Politica agricola comune: i settori

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La Politica Agricola Comune può essere divisa in tre diversi settori, ovvero: sostegno diretto; misure di mercato; sviluppo rurale. Se, da un lato, gli Stati membri sono responsabili della gestione quotidiana della PAC, è la la Corte dei conti europea a controllare le spese.

Sostegno diretto

I pagamenti diretti sono quei pagamenti che vengono effettuati direttamente agli agricoltori allo scopo di fornire loro una rete di sicurezza. La PAC garantisce ai cittadini dell'UE un'offerta affidabile e abbondante di alimenti di qualità nonché un ambiente salutare e paesaggi eccezionali.

Tramite il sostegno diretto, quindi, si garantisce sostegno al reddito degli agricoltori quando questi coltivano i propri terreni agricoli nel rispetto delle norme in materia di sicurezza alimentare, ambientale e di benessere degli animali. Se gli agricoltori non soddisfano alcuni requisiti in materia di salute pubblica, animale e vegetale, ambiente e benessere degli animali, riceveranno un sostegno inferiore o non ricevere alcun sostegno.

Inoltre, grazie al sostegno diretto, gli Stati membri dell'UE sono in grado di mantenere attività agricole adatte alla loro situazione climatica o geografica, mentre i produttori sono in grado di reagire ai segnali del mercato in modo da produrre i beni richiesti dai consumatori, consentendo di massimizzare i loro profitti.

Misure di mercato

Sempre nel primo pilastro della PAC rientrano le misure di mercato volte a controbilanciare gli effetti dell'elevata volatilità dei prezzi sui mercati agricoli nell'UE attraverso una serie di norme ad hoc. Le misure di mercato vengono attuate da una Organizzazione comune dei mercati (OCM) dei prodotti agricoli.

Nonostante il contesto economico sia destinato a rimanere incerto e imprevedibile, le norme e le regole, valide in tutta l'Unione, consentono di intervenire in materia di importazioni ed esportazioni dei beni agricoli intra Ue ed extra Ue da parte dei singoli paesi membri e affrontare i problemi derivanti dalla concorrenza mondiale, dalle crisi economiche e finanziarie, dai cambiamenti climatici, dai costi volatili di fattori produttivi.

Tali interventi vengono realizzati dal Fondo Europeo Agricolo di Garanzia, erede del Feoga.

Sviluppo rurale

Le zone prevalentemente rurali rappresentano la metà dell'Europa e sono abitate da circa il 20% della popolazione dell'UE; inoltre, la maggior parte di tali aree rientrano nelle regioni meno favorite dell'UE con un PIL pro capite notevolmente inferiore alla media europea.

Il secondo pilastro della PAC è cofinanziato dagli Stati membri che sostengono i propri agricoltori anche con altre misure finanziate grazie ai loro bilanci nazionali, in particolare, la sicurezza sociale per gli agricoltori.

Le misure dell'UE in materia di sviluppo rurale contribuiscono all'ammodernamento delle aziende agricole, pur incoraggiando la diversificazione delle attività nelle zone rurali, alla promozione della diffusione delle tecnologie e dell'innovazione, e a rilanciare le zone rurale, ad esempio investendo nella connettività e nei servizi di base.

Si punta, altresì, a migliorare la competitività del settore agricolo e la vitalità delle comunità rurali, ad assicurare il ricambio generazionale nel settore agricolo, a tutelare l'ambiente e a mitigare i cambiamenti climatici.

Il FEASR assicura la realizzazione di questi obiettivi, assieme al FESR e al Fondo Sociale Europeo (FES).

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