Per la Cassazione non è necessario il sequestro del supporto informatico né la sua restituzione basta ad eliminare il pregiudizio

di Valeria Zeppilli - Nel caso in cui un avvocato sia sottoposto a indagine, il sequestro di materiale presso il suo studio può aver luogo solo con riferimento ai soli documenti che costituiscono il corpo del reato ipotizzato dalla pubblica accusa e non certo, indistintamente, a tutti i documenti presenti nel suo studio legale (che peraltro potrebbero ben essere in uso anche ad altri avvocati estranei all'indagine e non solo all'indagato).

Con l'avvento della digitalizzazione nel mondo forense, a tal proposito merita particolare attenzione la sentenza numero 53810/2017 (qui sotto allegata), con la quale la Seconda Sezione Civile della Corte di cassazione ha precisato che anche l'estrazione di copia degli archivi informatici rinvenuti in uno studio legale è un'azione che può ben essere configurata come un'ipotesi di sequestro illegittimo.

Infatti, come già affermato nella pronuncia Andreucci delle Sezioni Unite (n. 40963/2017), il sequestro non deve necessariamente avere ad oggetto un sistema informatico o un "contenitore", come un pc, una chiavetta usb e così via: esso può riguardare anche un singolo dato informatico in essi contenuto.

La Convenzione del Consiglio d'Europa

La Convenzione del Consiglio d'Europa sulla criminalità informatica del 23 novembre 2001, del resto, ha dato al termine "sequestrare" un'ampia nozione nel cui oggetto vanno ricompresi sia "il mezzo fisico sul quale i dati o le informazioni sono registrati", sia i "programmi necessari ad accedere ai dati" e alla quale vanno ricondotti, in generale, tutti i modi "nei quali i dati intangibili possono essere portati via, resi inaccessibili" o esclusi dal controllo del sistema informatico.

La reintegrazione non elimina il pregiudizio

E se il sequestro di documenti informatici è illegittimo, per i giudici non basta a eliminare il pregiudizio la "mera reintegrazione nella disponibilità della cosa".

Di conseguenza, se vi è un interesse concreto e attuale dell'avvocato alla disponibilità esclusiva dei dati, il ricorso in Cassazione avverso il sequestro è ammissibile anche se, come nel caso deciso con la sentenza in commento, il computer o il supporto informatico sul quale i dati sono contenuti sono già stati restituiti all'avente diritto, previa estrazione dei dati.

Corte di cassazione testo sentenza numero 53810/2017
Valeria Zeppilli

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