Effettuato a Torino il primo sequestro in Italia del cellulare al conducente coinvolto in un sinistro

di Lucia Izzo - Guida e cellulare non vanno d'accordo, poichè l'uso del telefonino pone in pericolo la propria e l'altrui incolumità, oltre al rischio di vedersi comminare una sanzione per il proprio comportamento contrario alle norme del Codice della Strada.


L'Istat ha stimato che tra i comportamenti errati più frequenti e sanzionati vi è proprio l'uso del cellulare alla guida, senza utilizzo di supporti come viva voce e auricolari bluetooth: questo provoca anche maggiormente distrazione e aumenta il rischio e la frequenza di incidenti stradali. Nel giro di un quinquennio si sono raggiunte le 5mila multe per uso pericoloso del telefonino alla guida (per approfondimenti: Cellulari alla guida: causano l'80% degli incidenti gravi. In arrivo la stretta).


Ancora, secondo le rilevazioni di Polizia di Stato e Carabinieri, lo smartphone che distrae chi guida, nel 2015  ha causato  48.524 infrazioni al Codice della strada, il 20,9% in più rispetto all'anno precedente; ancora, gli incidenti mortali sono passati dai 1.587 del 2014 a 1.627 nel 2015, il 2,5% provocando 1.752 vittime.

 

Poichè il fenomeno è in rialzo e non accenna a diminuire, le forze dell'ordine anno ben pensato di reagire con le maniere "forti", quale il sequestro del bene tecnologico utilizzato durante la marcia, misura già in atto in altri paesi europei come Svizzera e Germania.


Il primo caso di sequestro del cellulare per uso in auto in Italia, invece, si è verificato a Torino pochi giorni fa: la polizia, infatti, è in grado di verificare se al momento del sinistro il trasgressore fosse o meno coinvolto in attività che provocano distrazione alla guida.


Il nucleo di investigazione scientifica della polizia municipale ha provveduto a ritirare e analizzare gli apparecchi tecnologici utilizzati dall'automobilista, al fine di verificare se l'uomo stesse utilizzando il telefono al momento dell'incidente. Basta un'indagine forense degli apparecchi, infatti, a constatare se la persona alla guida fosse "impegnata" a chattare, a parlare al telefono o a scambiarsi dati.


Tuttavia, una simile indagine può realizzarsi solo in caso di reati, come omicidio stradale e lesioni. Per le forze dell'ordine, è importante analizzare l'ambiente tecnologico nel suo complesso: l'uso distorto della tecnologia che provoca vittime e incidenti, quindi, deve coinvolgere anche il navigatore satellitare, la radio, o qualunque apparecchio idoneo a rendere disattento non solo l'automobilista, ma anche il ciclista o chi cammina a piedi o in moto (per approfondimenti: Cellulare in bici? Multa fino a 646 euro!)


Parlare al cellulare mentre si è alla guida, tuttavia, è un comportamento vietato ai sensi dell'art. 173, secondo comma, del Codice della Strada, il quale precisa che "È vietato al conducente di far uso durante la marcia di apparecchi radiotelefonici ovvero di usare cuffie sonore, fatta eccezione per i conducenti dei veicoli delle Forze armate e dei Corpi di cui all'articolo 138, comma 11, e di polizia"


È però consentito, prosegue la norma, l'uso di apparecchi a viva voce o dotati di auricolare purché il conducente abbia adeguate capacità uditive ad entrambe le orecchie (che non richiedono per il loro funzionamento l'uso delle mani).


Chiunque viola tale disposizione è soggetto alla sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 160 a euro 646. Inoltre, si applica la sanzione amministrativa accessoria della sospensione della patente di guida da uno a tre mesi, qualora lo stesso soggetto compia un'ulteriore violazione nel corso di un biennio. 



Foto: 123rf.com
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